Provincia:
Terni
Comprensorio: Orvietano
Nome abitanti: Orvietani
Comune
www.comune.orvieto.tr.it
 

 
Il nome Orvieto deriva da “Urbs vetus(città vecchia) ciò che lascia presupporre l’esistenza di una “città nuova” situata altrove. La “Urbs vetus” era senz’altro un importante centro etrusco, come attestano i molti rinvenimenti sulla rupe, probabilmente abbandonata e rimasta senza nome nel periodo tardo repubblicano e imperiale. Dopo il crollo dell’impero romano, le rupe di Orvieto, facilmente difendibile, offrì nuove possibilità di insediamento a chi cercava un luogo protetto, la sede episcopale venne trasferita qui da Bolsena. La città,per il cui possesso combatterono Goti e Bizantini divenne successivamente sede di un duca longobardo, anche se non faceva ufficialmente parte del Patrimonio di San Pietro, si trovava comunque sotto il controllo del potere pontificio. La città cominciò ad ampliare i propri domini: ottenne, combattendo vittoriosamente contro Siena, Viterbo e Perugia, il possesso di territori in Valdichiana e nella Val di Lago, temporaneamente anche su accesso al mare nei pressi di Orbetello. La sua alleata naturale era la rivale di Siena, Firenze, di cui assunse la denominazione delle cariche comunali.
Dopo il dominio delle signorie, Orvieto venne definitivamente incorporata nello Stato Pontificio (1540) divenendo, fino al 1798, capoluogo della sua quinta provincia.
Dopo la partentesi napoleonica fu incorporata alla delegazione di Viterbo e nel 1831 tornò nuovamento capoluogo per entrare nel 1860 a far parte dello Stato italiano.
La singolare posizione geografica fece di Orvieto un centro naturalmente fortificato, perciò la città non fu mai circondata da mura di difesa.
Dell’esistenza di monumenti etruschi e romani si hanno numerose testimonianze archeologiche. Le Necropoli dell’Orvietano sono tra i monumenti più significativi e famosi della civiltà Etrusca.
Quasi al centro dell’abitato di Orvieto, verso Ovest, si trova la Piazza del Comune, oggi Piazza della Repubblica.
L’area centrale della sommità della rupe fu anche il luogo occupato dalla popolazione etrusca prima e romana poi. Nella piazza infatti, si può supporre che esistesse l’area del foro nel quale convergevano gli antichi assi viari corrispondenti al cardo (nord-sud) e al decumano (est-ovest) che segnavano le linee direttrici dell’antico impianto cittadino.
Sul lato meridionale della piazza si eleva il Palazzo Comunale. Esso venne realizzato su progetto dell’architetto Ipolito Scalza nel 1573 e terminato, almeno nelle sue linee essenziali nel 1581. Esso rappresenta la ristrutturazione di un precedente edificio medievale del quale è possibile riconoscere parte delle strutture soprattutto nelle finestre gotiche del secondo piano, visibili nella parte posteriore del palazzo. La costruzione originaria del Palazzo Comunale risale al XIII secolo. Insieme alla grande torre quadrata che lo fiancheggia, esso appartenne inizialmente alla famiglia “Della Terza“, poi al Comune, in seguito alla famiglia Caetani ed infine alla Santa Sede. Passò poi di nuovo al Comune nel 1516 come dono del Papa Leone X, perché il Comune ne costituisse la residenza dei Governatori e Delegati Apostolici.
Sul lato orientale della piazza si trova la Chiesa di Sant’Andrea affiancata dal merlato Campanile dodecagonale e, sull’altro lato, dal portico interamente ripristinato con i restuauri avvenuti nel 1930. A fianco della Chiesa di Sant’Adrea inizia il Corso Cavour che dalla Piazza della Repubblica taglia longitudinalmente la parte meridionale di Orvieto fino al Piazzale Cahen. Il Corso è abbellito da numerosi palazzi antichi fra i quali domina quello consosciuto come “Palazzo dei Sette“.
A sinistra del Palazzo dei Sette, si eleva la Torre del Moro (alta 42 metri), chiamata così per una testa di saraceno che veniva collocata presso di essa e contro la quale i cavalieri medioevali rompevano nelle giostre la loro lancia correndo la “Quintana”.
Proseguendo per Corso Cavour, sulla destra si incontra il Teatro Comunale, dedicato a Luigi Mancinelli, insigne musicista orvietano.
La Piazza del Popolo è la maggiore piazza di Orvieto. Insieme a quella della Repubblica e a quella del Duomo, occupa il centro storico cittadino.
Il Palazzo del Capitano del Popolo si impone all’attenzione del visitatore per la sua nobile architettura caratterizzata dalla serie di possenti arcate del piano inferiore che si ripetono in quello superiore con una teoria di finestra. E’ formato da una loggia aperta al pianterreno e di un salone al primo piano. Chiuse successivamente le arcate della loggia , si aprivano i due archi acuti e tale sbocco veniva chiamato “Arco della Pesa“.
Di fronte al Palazzo del Capitano del Popolo si eleva il Palazzo Bracci (divenuto ora un albergo) e la Chiesa di San Rocco, romanica con affreschi della scuola del Signorelli e di Cristoforo da Marsciano. Un Pozzo proprio di fronte alla Chiesa era un tempo adibito alla raccolta delle acque.
Ritornando e percorrendo per un tratto Corso Cavour, sulla sinistra troviamo il Duomo. La costruzione di questo edificio venne iniziata nel 1290 e si protrasse per oltre tre secoli vedendo il succedersi di molti architetti. Inizialmente vi lavorò Arnolfo di Cambio con la supervisione di Fra’ Bevignate da Perugia: l’edificio religioso fu ideato con facciata monocuspidale come si può osservare nel progetto custodito nel Museo dell’Opera del Duomo. La direzione dei lavori passò poi a Giovanni Uguccione e a partire dai primi anni del ‘300, essendo sopraggiunti problemi di stabilità nell’edificio, i lavori vennero affidati all’architetto e scultore senese Lorenzo Maitani. Egli concepì la facciata come un grande e splendido trittico: la forma tricuspidale della fronte è uno degli esempi più belli del gotico italiano. L’insieme, grazie anche alla straordinaria decorazione a mosaico ed agli eccezionali bassorilievi, si presenta quanto mai armonico e suggestivo e si arricchisce di effetti chiaroscurali e cromatici intensi. Le raffigurazioni dei bassorilievi hanno i seguenti temi:
– primo pilastro: Scene dal Vecchio Testamento ed Origini del Mondo e dell’Uomo;
– secondo pilastro: Scene dal Vecchio Testamento ed i Profeti;
– terzo pilastro: Scene dal Nuovo Testamento – La vita di Gesù;
– quarto pilastro: Il Giudizio Universale.
Accanto al Maitani lavorarono molti altri architetti che portarono a compimento l’interno e la tribuna. Altri artisti dopo la morte del Maitani, proseguirono la sua opera, tra cui il Federighi, il Sammicheli e Sangallo il Giovane.
Altrettanto vario è il paesaggio sotterraneo di Orvieto che, per la natura della sua pietra, tufacea e vulcanica, ha una conformazione ipogea molto particolare. Il sottosuolo è composto da tante piccole cisterne, le prime delle quali portate a termine dagli etruschi, che vi realizzarono inoltre una serie di pozzi ai quali si aggiunsero, dopo il Medioevo, il pozzo della Cava e il pozzo della Roca, detto di San Patrizio.
Quest’ultimo costituisce a tutti gli effetti l’opera idrica più famosa di Orvieto. Realizzato nel 1537, è un’importante tappa architettonica, con i suoi 54 metri di profondità e una circonferenza esterna di oltre 12 metri. Questa realizzazione è caratterizzata da una doppia rampa che permetteva agli animali utilizzati per il trasporto d’acqua di avvicinarsi e allontanarsi dal pozzo senza creare problemi di affollamento. Nel sottosuolo orvietano sono presenti inoltre numerosi colombari; al loro interno si possono trovare ancora le piccole celle dove nidificavano i colombi. La loro struttura architettonica fa prevedere che siano stati costruiti come realtà a sé stante e solo in un secondo momento collegati all’ipogeo.