Provincia:
Perugia
Comprensorio: Perugino
Nome abitanti: Perugini
Comune
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Provincia
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Tra il VI e V secolo a.C. arrivarono gli Etruschi, in espansione verso il Tirreno. Di epoca etrusca sono le mura che la cingono e il recente ritrovamento della tomba dei Cutu ne è un esempio evidentissimo. Ben collegata con gli altri centri etruschi, Perugia vi si allea sul filo di un’eredità spirituale mai spenta. La sua politica ondeggia: pro o contro Roma, fino all’inevitabile sottomissione. Perugia è così coinvolta nei turbamenti, nelle rivalità e nelle guerre interne della vicina metropoli. Ottaviano la cinse d’assedio, conquistandola nel 40 a.C.. Da questo momento Perugia, per volere di Ottaviano, risorse e si chiamò “Augusta“. Nel 295 a.C. con la battaglia di Sentino, la sottomissione ai Romani che, dopo la tragica battaglia del Trasimeno, vi si rifugiarono incrementando la popolazione. 
A metà del III d.C. l’imperatore Vibio Treboniano Gallo concesse lo “ius colonige“; la città, già municipio, prese il nome di “Colonia Vibia Augusta Perusia“.Con il dissolvimento dell’lmpero Romano, Perugia conosce la distruzione portata dalle invasioni barbariche. Nella battaglia di Totila, nel 547, perse la vita il suo vescovo Ercolano. Nel 1308 sorse l’Università. Perugia è costituita in comune con reggimento popolare. Perugia nel 300 ha già esteso i suoi domini a buona parte del territorio. Il comune, quasi sempre in mano ai Guelfi, accettò la protezione, ma non la signoria, dei Pontefici. Confermando così la volontà d’indipendenza dalla Chiesa Romana. E’ comunque meta di soggiorno di molti papi. A cominciare da Innocenzo III che morì proprio a Perugia, nel luglio del 1216.
Le sue spoglie vennero esposte nella Cattedrale. La tomba fu però profanata nella notte: alcuni ladri rubarono tutte le ricchezze che conteneva. Furono ben cinque i conclavi che si tennero in città, segno della considerazione che Roma doveva avere.
Nel 1369 Urbano V scese in guerra contro la città: la vittoria fu facile, vista la sproporzione degli eserciti in campo. Perugia fu costretta ad accettare i legati Pontifici. Ma il fuoco covava sotto la cenere e la ribellione era nell’aria: scoppiò per le prepotenze dell’abate di Cluny detto Monmaggiore. Il popolo scese nelle piazze infuriato, spazzando via ogni difesa. L’abate riuscì a fuggire; la fortezza che aveva fatto erigere nei pressi di Porta Sole venne rasa al suolo. Si era nel 1375, tempo denso di passioni, lotte intestine, tradimenti, riappacificazioni, pugnali sguainati e sorrisi; matrimoni per legare famiglie o assalti alle spalle.
A Perugia terribile fu la contesa fra i Raspanti e i Becherini, ossia fra popolari e nobili.
Tregua si ebbe sotto Biordo Michelotti, ma durò poco: venne assassinato nel 1398.
Le vicende per il potere si susseguono tumultuose: nel 1400 è in mano a Gian Galeazzo Visconti; tre anni dopo passa al Papa, poi a Ladislao di Napoli e, in seguito, a Braccio Fortebraccio da Montone.
Una guerra divampò, in seguito, tra gli Oddi ed i Baglioni. La vittoria toccò ai secondi, ma una faida ridusse il numero dei componenti la famiglia. Tra i morti, nella notte famosa del 14 luglio 1500, il bellissimo Grifonetto, immortalato in seguito da Raffaello nella celebre deposizione commissionata all’artista dalla madre Atlanta. La supremazia dei Baglioni rimase incontrastata fino al 1531 anno in cui, con la morte di Malatesta IV, le milizie pontificie di Paolo III si impossessarono della città; la guerra fu causata da una nuova imposta sul sale e fu detta per questo “guerra del sale“. Il dominio del Papa si afferma nella costruzione della Rocca Paolina, fortezza massiccia che sconvolse l’assetto urbanistico e rovinò per sempre alcuni tesori dei Baglioni. Dopo l’occupazione francese, alla fine del ‘700, Perugia, caduto Napoleone, è di nuovo sotto lo Stato della Chiesa. Nel 1859 i perugini cacciano il legato pontificio ed instaurano un governo provvisorio. E’ solo però nel 1860 che si torna alla vera indipendenza. Il 14 settembre, i bersaglieri di Vittorio Emanuele II entrano in città.