La cattedrale è collegata alla piazza del Comune dalla via San Rufino, che si stacca dall’angolo nord-orientale salendo tra case medievali, sul tracciato dell’asse viario antico. La chiesa sorge nell’omonima piazza, insistente su una terrazza romana che fonti medievali (1085) indicano come sede del tempio della Bona Mater.

                                                                    

La disputa

Una tradizione, raccontata da san Pier Damiani, vuole che le spoglie di San Rufino, ospitate dal 412 in una basilica qui esistente, siano state oggetto di una disputa tra il vescovo Ugone (che voleva trasferirle nella chiesa di S.Maria Maggiore) e il popolo, vinta da quest’ultimo in una gara di “tiro alla fune” con la cassa funebre del santo patrono. Questa leggenda segnala l’importanza urbanistica che rivestiva, nell’organizzazione spaziale della città feudale, la “cittadella dei canonici” di cui San Rufino era il fulcro.

 

 

Una lunga lavorazione

Di fondazione alto-medievale (probabilmente VIII sec.) la chiesa fu rifatta una prima volta, in forme più vaste delle attuali, dallo stesso Ugone, che attorno al 1036 la insignì del titolo di Cattedrale. Nel 1140 ne fu avviata la ricostruzione su disegno di Giovanni da Gubbio; il cantiere si protrasse per diversi decenni.

 

 

La facciata

La facciata, capolavoro dell’architettura romanica umbra, è da collegare ai coevi es
empi spoletini del Duomo e di San Pietro. E’ divisa orizzontalmente in tre zone: quella inferiore, del secolo XII, spartita in riquadri, ha tre portali fiancheggiati in basso da leoni e grifi. Il portale mediano, con ricchi ornamenti, presenta una ghiewra multipla scolpita con motivi di tralci, figure allegoriche, girali vegetali, animali mostruosi, gruppi figurativi e, nella lunetta, una lastra con bassorilievo: Cristo in trono, in un clipeo tra il sole e la luna, la Madonna che allatta e San Rufino.
Nella lunetta del portale destro, due uccelli che si abbeverano a un vaso; nella lunetta del portale sinistro, due leoni intorno a un vaso. Una fascia, con figure di animali e mensole a teste di uomini e di animali, sostiene una galleria e divide la zona inferiore dalla media. Dalla galleria sporgono quattro animali.

Le piccole teste rappresentano, da sinistra a destra, Enrico VI, Costanza d’Altavilla e “Magister Rufinus”, mentre San Rufino è raffigurato per intero all’estrema destra.
  

Tre rose bellissime

Nella zona mediana, tre rose bellissime; quella centrale è circondata da simboli degli Evangelisti e in basso da tre telamoni. La zona superiore, aggiunta alla fine del ‘200, è a timpano triangolare con un arco gotico. Aggiunge carattere alla facciata il maestoso campanile romanico, in gran parte della chiesa ugoniana, a doppie bifore. Sul luogo della casa adiacente era l’abitazione di Santa Chiara.
Al principio della navata destra è l’antico fonte battesimale, nel quale furono battezzati San Francesco, Santa Chiara e, forse (nel 1197) Federico II di Svevia