Da ” Il Cantico dell’Umbria”

“Ci sono luoghi preziosi che ci aiutano ad incontrare Dio ed a vivere come fratelli”

Tra questi muri, sotto le macerie e i rovi è nascosto un tesoro. In questo luogo infatti è stato San Francesco nel 1213 e vi ha restaurato una Cappellina diroccata, composto un testo in latino “Exhortatio ad laudem Dei” (Fonti Francescane 265a), uninvito alle creature a lodare il Creatore, nell’idea e nel contenuto un’anticipazione del Cantico. Intorno alla Cappellina ha fatto costruire delle capanne di frasche e di argilla come abitazione per i Frati. Solo nel 1230 è sorto un Conventino in muratura ampliato poi nel corso dei secoli.
Questo Eremo sperduto sulla montagna, lontano dalle vie di comunicazine e dai centri abitati è stato per tutta la sua lunga storia un centro di riforma e di rinnovamento della vita francescana. I Frati l’hanno custodito per più di 60 anni con cura ed amore.
Finché non furono costrettiad abbandonarlo, erano vissuti in questo luogo santo nella preghiera, nel lavoro, nella meditazione, nel canto di lode, nel silenzio, nella penitenza, nella predicazione e nell’accoglienza dei pellegrini che quassù salivano ogni anno per le Feste dell’Annunciazione, del Perdono e di San Francesco. Dopo una lunganterruzione (1867-1991) la Romita ora non è più abbandonata.
 

Progetto di restauro
 
La Cappella Benedettina
(10.sec.) restaurata una prima volta da San Francesco e nucleo originario di tutto il complesso architettonico, la Chiesa Romanica (13. sec.) dedicata alla SS. Annunziata, il piccolo chiostro (15. sec.), le celle (14./16, sec.), il noviziato di San Bernardino (15.sec.), il refettorio (18. sec.), le cisterne, gli orti: tutto il vecchio Convento ha riacquistato la sua forma originaria.
Nell’opera di restauro ci siamo fatti guidare dal rispetto del passato, conservando e riutilizzando il vecchio materiale come relique, e dalla venerazione verso i Frati che per secoli hanno pregato e lavorato su questo monte. La Romita conserva il suo fascino originale, quasi arcaico con la sua architettura essenziale (solo forma e colore delle pietre), funzionale (tutto il complesso è costruito sulla roccia, nella direzione est-ovest, esposto a sud), organica (sviluppatasi nel corso dei secoli con aggiunte e sovrapposizioni di stili diversi magistralmente armonizzati tra loro), elegante (nella sobrietà degli archi romanici, nella gioiosità accogliente del chiostro, nella luminosità della chiesa, nella snellezza del campanile). La Romita esprime in modo caratteristico aspetti fondamentali del francescanesimo: la statica e l’estetica, la stabilità e la bellezza, l’austerità e il fascino, la semplicità e lo stupore, la sobrietà e la gioia.
Per la sua storia meravigliosa, per la sua posizione privilegiata, per la presenza di montagne solitarie e di boschi secolari, per il suo paesaggio dai vasti orizzonti, per la sua bellezza aspra, che ricorda La Verna, e dolce, che ricorda San Damiano, La Romita meritava di essere restaurata e riportata al suo antico splendore.
Migliaia di persone generose e coraggiose, dopo anni di assiduo lavoro, di immane fatica e di vita dura l’hanno completamente restaurata.
Il Signore ci ha fatto scoprire questo luogo e ci ha donato non solo il sogno, ma anche la forza, la gioia e la costanza di realizzarlo. In questa impresa, che a molti sembrava impossibile, ci ha guidati San Francesco, anche lui ricostruttore di chiese piccole e abbandonate.

                                                                                                                    Frate Bernardino Greco


Alla Romita possiamo incontrare Frate Bernardino Greco. Dal suo cuore e dalla sua fede è sgorgato il restauro. Il suo indirizzo: Convento “La Romita” – 05030 Cesi (TR) – Tel. 0744 283006 – E-mail:
info@la-romita.com.