Il Museo Diocesano di Cortona ha sede di fronte alla cattedrale nel complesso architettonico del Gesù, ampliato per iniziativa di Monsignor Giuseppe Franciolini nel 1945 con la ristrutturazione di un fabbricato annesso nel qual e, oltre l’alloggio del custode e la direzione del museo è stato ricavato su due piani un contesto di sale per esposizione. Il Museo si articola su nove sale espositive e raccoglie opere d’arte che vanno dal secondo secolo dopo Cristo all’arte moderna di questo secolo provenienti per lo più dalle chiese cittadine e qui collocate per motivi di conservazione o sicurezza. È ovvio che, come capita in tutti i musei, il visitatore dovrà fare uno sforzo per ricollocare le opere nel contesto originario delle chiese che ha visitato al fine di poter maggiormente godere della loro bellezza. 

Di seguito le due opere più importanti:


L’Annunciazione del Beato Angelico

Il visitatore è ora di fronte ad una delle più belle tavole della pittura italiana, e potrà di per sé gustare lo squisito atteggiamento delle due figure, quella della Madonna e quella dell’Angelo nelle loro preziose vesti. Da ammirare l’architettura del porticato ed i particolari del giardino fiorito sullo sfondo del quale si allontanano dolenti Adamo ed Eva. Sulla predella una descrizione della vita della Vergine che desta ammirazione per la ricchezza dei particolari miniati e per la luminosità del paesaggio. Proviene dalla chiesa di San Domenico.

La Sala 4 contiene le opere del Signorelli e della sua scuola. Luca Signorelli, nato a Cortona circa il 1455 e qui morto nel 1523, è uno dei pittori più significativi del Rinascimento italiano. I suoi nudi anticipano Michelangelo mentre i suoi paesaggi riecheggiano le ritmiche composizioni del Perugino.

Compianto sul Cristo Morto

Nella staticità delle figure, viste in un momento di sospesa e bloccata drammaticità, sono forti i legami con le sacre manifestazioni popolari. Al nudo del Cristo è collegato il racconto del Vasari che ne fa il ritratto del figlio morto di peste nel 1502. Il quadro venne dipinto nel 1502 per l’altare maggiore della chiesa di Santa Margherita.