Provincia:
Perugia
Comprensorio: Folignate
Nome abitanti: Trevani
Comune
www.comune.trevi.pg.it

 

Posta sull’ultima propaggine del Monte Serano, circondata da un verde mare di olivi, a dominio della Valle Spoletina percorsa da un tratto del fiume Clitunno, fu centro di fondazione umbra e, citata da Plinio come Trebiae, viene da questi ricordata come tra le più antiche cittadine umbre, ubicata nel luogo dove sorge oggi la frazione di Pietrarossa. Divenuta Municipium romano, Trebiae, facente parte della VI Regione Augustea, situata lungo la strada consolare Flaminia, ebbe a godere di un periodo di grande prosperità come testimoniato dai numerosi reperti archeologici e dalle possenti mura (I sec. a.C.) ancora in parte visibili. Fu sede anche di un senato municipale e la sua importanza era legata oltre che alla strada consolare Flaminia, alle vicine Fonti del Clitunno dove venivano celebrate le feste propiziatorie a Giove e al dio Clitunno.

Al tempo dell’imperatore Diocleziano, il Cristianesimo fu propagandato e diffuso nella zona dell’armeno Miliano (divenuto poi Emiliano) vescovo-martire, decapitato nel 304 d.C.. Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente Trevi fu occupata dai Longobardi ed entrò a far parte del Ducato di Spoleto subendo, nell’881, devastazioni ad opera dei Saraceni e nel 915 e 924 ad opera degli Ungari. Nel XII sec. divenne libero Comune esercitando la sua giurisdizione su un vasto territorio. Coinvolta nel gioco delle alleanze politiche con le potenti città vicine di Foligno e Spoleto, nel 1214 fu distrutta totalmente  dal duca di Spoleto, ciò non impedì ai Trevani di ricostruire ed ampliare le possenti mura. Nella metà del XV sec., la cittadina collaborò con i Comuni vicini al prosciugamento delle paludi e nel 1470, prima in Umbria e quarta in Italia, diede vita ad una florida tipografia. Nel 1784 papa Pio VI le riconfermò il titolo di Città e durante l’Impero Napoleonico fu sede del Cantone del Dipartimento del Clitunno. Dopo la Restaurazione, Trevi vide ridotta la sua superficie a favore dei Comuni confinanti. Nel 1860 fu annessa al Regno d’Italia.

La cittadina, decantata dal grande poeta Giacomo Leopardi, che da qui transitò quando da Recanati si recò a Roma, conserva ancora intatta la cinta muraria medioevale (XIII sec.) entro la quale sono custodite le antiche case e palazzi che, in una colorita piramide, s’innalzano verso i rilievi del Monte Serano.