I MULINI LUNGO LA VALLE DEL TEVERE

 

IL FIUME COME RISORSA ECONOMICA NELLA SOCIETA’  PRE-INDUSTRIALE

Un fiume, un corso d’acqua è elemento naturale di confine tra territori, tra proprietà; è però non solo linea di separazione, ma anche elemento connettivo, “linea di comunicazione” come via d’acqua per uomini e merci; esso è stato, anche laddove la navigazione fluviale era impraticabile, infrastruttura di trasporto che ha consentito la commercializzazione di prodotti; tramite di diffusione di conoscenze, “spazio” di socializzazione e luogo d’incontro per attività quotidiane.
La ricchezza d’acqua dell’Umbria è stata ampiamente sfruttata come fonte d’energia per i numerosissimi molini e per l’industria urbana.
La mappa rurale, i cabrei, le piante eseguite per finalità diverse sottolineano l’utilizzazione produttiva delle acque destinate nelle campagne umbre, quasi esclusivamente al movimento delle centinaia di ruote dei molini.
I molini venivano generalmente installati relativamente lontani dal fiume o dal torrente, per timore delle piene e per ovviare alla scarsa ed irregolare portata dei torrenti. Il corso d’acqua principale veniva sbarrato con una chiusa, l’acqua veniva incanalata in una “forma”, raccolta nella vasca di carico, colta o gora e fatta uscire attraverso la forma di scarico.

Da:”L’Umbria e le sue acque” , Edizioni Electa, 1990.
Carla Migliorati – “Il fiume come risorsa economica nelle società pre-industriale”

 


Il Mulino ad acqua

Il mulino di Preci

Le Antiche Macine di Morena (Gubbio)

La grande diga di Fratta perugina – Umbertide