Una metafora della vita

L´arte di camminare a piedi si è quasi completamente perduta all´interno della nostra civiltà tecnologica, caratterizzata dagli spostamenti in automobile e dalla rapidità di movimento. Ci spostiamo appunto, ma non camminiamo più e stiamo perdendo una dimensione antropologica essenziale alla vita degli esseri umani.
Anzitutto l´esperienza di essere in un luogo, inseriti in mezzo alle cose che abbiamo il tempo di vedere e di gustare: gli alberi, i campi, le piazze, le strade, i fiumi, i boschi, gli orizzonti. Siamo più poveri e più soli perché abbiamo azzerato la compagnia di tutta la realtà che ci circonda, qualificata astrattamente come “ambiente”. Abbiamo smarrito, al tempo stesso, il senso del nostro ritmo, di cui il camminare è una delle espressioni fondamentali.
L´eliminazione del camminare a piedi impedisce anche gli incontri occasionali tra le persone, percepiti più come elementi di disturbo e di perdita di tempo che come occasione di arricchimento personale. ‹‹Gli europei sono quelle persone che quando s´incontrano per strada nemmeno si salutano›› recita un detto africano. E tutta l´esplosione del turismo, che rappresenta una delle voci fondamentali dell´economia dei paesi industrializzati, non basta a superare questi inconvenienti, anzi, spesso si riduce alla riproposizione dello stile e dei modelli di vita occidentali anche in luoghi esotici, per cui non si esce dalla monotonia della stessa cultura.
Questi sono alcuni validi motivi per salutare con entusiasmo le iniziative che tentano di riproporre l´antica pratica del pellegrinaggio, conosciuta in tutte le culture umane. L´andare zaino in spalla verso una meta, solitamente un santuario o la tomba di un santo, accettando la precarietà, gli imprevisti, la gratuità degli incontri, la dura lezione della fatica costituisce un´occasione unica per scendere fino in fondo a se stessi. Il credente lo considererà un momento privilegiato per vivere la relazione con quel mistero che egli scopre al centro della sua esistenza, il laico un evento che gli permette di sposare meglio la propria solitudine. In ogni caso il pellegrinaggio è una grande metafora della vita che impegna le persone a riscoprire la propria umanità.
Se a questo si aggiunge la possibilità di ripercorrere le orme di un santo caro al cuore di tutti come Francesco d´Assisi e di attraversare i luoghi dove il suo poema è ancora inscritto nella pietra, si può immaginare la magia dell´itinerario francescano descritto nelle pagine che seguono. Del resto lo stesso Francesco, grande pellegrino in diversi paesi europei, confessava di non aver visto niente di più dolce della sua terra umbra. Siamo certi che il percorso francescano dalla Verna a Poggio Bustone nel reatino, toccando quasi tutte le cittadine umbre, costituirà per molta gente una straordinaria occasione per riannodare i fili con il meglio della propria tradizione, in un´epoca in cui abbiamo urgente bisogno di riprenderne lo spirito, senza essere schiavi delle forme.

di Achille Rossi


Un´interessante guida ripropone un percorso francescano classico: da La Verna a Poggio Bustone

Il libro, che si ispira al Cammino di Santiago di Compostela, è un ‹‹invito a camminare con lo spirito del pellegrino in mezzo a una natura bellissima›› per riscoprire l´essenza del messaggio francescano.
Ci sono mille modi per accostarsi al pensiero di Francesco d´Assisi, il grande santo italiano che a otto secoli di distanza riesce ancora a parlare alle coscienze di credenti e non credenti. E quello che ci suggerisce Angela Maria Seracchioli è forse uno dei più semplici, ma anche dei più originali. ‹‹Forse il modo più semplice e diretto per accostarsi a lui è quello di ripercorrere fisicamente i suoi luoghi utilizzando “quel cavallo di San Francesco” che nei secoli non è cambiato, che viaggia alla velocità del passo e che sente il freddo e la fame come il suo. Allora, forse, le parole del “cantico” diverranno più chiare, la gratitudine si sposerà alla perfetta letizia e l´uomo vero che è in noi potrà aprirsi un varco››.

Da questa suggestione è nato poi il volume Di qui passò Francesco, una interessante guida che ripercorre uno degli itinerari classici del francescanesimo: 350 chilometri a piedi tra La Verna, GubbioAssisi… fino a Rieti, come suggerisce il sottotitolo. L´idea, e l´autrice non ne fa mistero, si ispira al celebre “Cammino di Santiago di Compostella”. Anzi, è stato proprio percorrendo il “Cammino” che ad Angela Maria ‹‹è tornato in mente Francesco, l´amico di sempre, e il suo continuo “essere in cammino”, la sua “perfetta letizia”, la raccomandazione di vivere come “pellegrini, come stranieri in questo mondo”…››.
Con quest´idea in testa, e con l´esperienza maturata in quel lungo cammino a piedi, Angela Maria Seracchioli è venuta in Umbria per ringraziare il suo ‹‹compagno di viaggio, nell´unico modo che sa fare un pellegrino, camminando››. E lo ha fatto per 15 giorni consecutivi. Ha scoperto così che il rapporto di Francesco con la natura, ‹‹la sua idea di pace, il suo seguire il Vangelo alla lettera accompagnato da una giocosità d´infanzia››, rappresentano in realtà ‹‹la semplicità dei giganti, dei grandi››. E allora anche la storia apparentemente ingenua dei fioretti assume una luce diversa, ‹‹diviene un affresco ben più grande e complesso di quelli di Giotto perché è l´affresco della vita stessa, della nostra vita di donne e di uomini che lui interpreta e vive in modo nuovo, diretto, senza compromessi, con rigore ma anche con tanto affetto e compassione per la nostra fragilità, tracciando una strada che è forse più necessaria al mondo d´oggi che a quello di allora››.

La guida, insomma, non ha nulla di turistico o di commerciale. L´approccio è totalmente diverso: è un invito ‹‹a camminare con lo spirito del pellegrino in mezzo a una natura bellissima››.
Ma il volume è, al tempo stesso, un vademecum dettagliato, ricco di suggerimenti pratici. C´è tutto: da quando partire all´equipaggiamento, dal tipo di zaino da utilizzare agli accessori indispensabili, da quanto si spende a dove mangiare e dove dormire.

Ogni tappa (di cui vengono indicati lunghezza, tempo di percorrenza e difficoltà), è corredata da una dettagliata carta topografica nella quale è indicata la strada da seguire. C´è anche una sommaria descrizione delle località che si incontrano lungo il percorso, con l´indicazione delle cose più interessanti da vedere. Chiudono i riferimenti a ciascuna delle 15 tappe alcuni brani che riguardano la vita di Francesco (i testi sono tratti dai Fioretti e da scritti di San Bonaventura da Bagnoregio, diTommaso da Celano e di altri autori). Nelle tre tappe che interessano l´Altotevere (CerbaioloSansepolcro, Sansepolcro-Città di Castello e Città di Castello-Pietralunga), per esempio, sono riportati brani tratti da Leggenda perugina (Francesco a Montecasale), Vita Prima di Tommaso da Celano (Francesco a Città di Castello) e Fioretti di San Francesco (La perfetta letizia).
La guida redatta da Angela Maria Seracchioli potrebbe costituire il primo passo per una scommessa importante: quella di restituire alla terra di Francesco la magia che l´ha resa famosa nel mondo. Ma per farlo occorre il contributo di tutti: dai francescani ai politici e a tutti coloro, e sono tanti, che sono affascinati da un personaggio straordinario come Francesco d´Assisi.

 

Di quì passò Francesco di Angela Maria Serracchioli ; Terre di Mezzo Editore, Pagine 208, euro 18,00.

di Enzo Rossi
Tratto da: “L’Altrapagina” Anno XXII – Luglio – Agosto 2005