Martire – Sec. III     

Della vita di Santa Firmina non si hanno molte notizie storiche o dati precisi ma, sul suo conto, ci sono molte leggende e tradizioni popolari alcune delle quali molto antiche ed abbastanza attendibili.
Secondo le narrazioni tradizionali, Firmina non è umbra, ma romana, nata tra il 280 e il 285 d.C. in una delle più nobili famiglie dell’Urbe, quella dei Pisoni, discendenti della gente Calpurnia. Il padre era prefetto di Roma, mentre la madre era detta cristiana e saggia maestra della figlia nell’insegnarle la vera fede e l’amore per Dio.
La giovane si dedicò alle opere di carità verso i bisognosi e si convertì al Cristianesimo.
Quando a Roma si aprì la persecuzione contro i cristiani dall’imperatore Diocleziano, Firmina aveva diciassette anni e, dopo aver donato tutte le sue ricchezze, decise di allontanarsi dalla città per raggiungere l’Umbria. Nella nostra regione la sua famiglia aveva tenute e ville e la fanciulla romana si imbarcò ad Ostia per dirigersi a Civitavecchia, per poi continuare il suo viaggio verso Amelia a piedi, ma a causa di un temporale fu costretta a sbarcare nel porto di Centumcellae. La tradizione pone in questo viaggio il primo prodigio operato da Fermina: durante una tempesta furiosa, i passeggeri della nave videro le onde calmarsi improvvisamente dopo l’invocazione della Santa. Sbarcata a Civitavecchia, la giovane si rifugiò in una grotta presso il porto (grotta che oggi si trova all’interno del Forte Michelangelo). I cristiani, ormai numerosi in tutto l’Impero, erano perseguitati anche a Civitavecchia così che Firmina si fermò per un pò in questa città per soccorrere i confessori di Cristo e i condannati alla lavorazione delle pietre.
Riprese poi il suo viaggio a piedi, verso l’interno della penisola.
La famiglia aveva una villa ad Amelia, e Firmina ci si stabilì vivendoci come in un eremo, in completa meditazione e preghiera. Gli abitanti del luogo, attratti dal calore della sua fede, si avvicinarono a Firmina così che, non fu possibile tenere a lungo celata la sua attività religiosa. Denunciata come cristiana, Firmina fu convocata in tribunale dal Prefetto Olimpiade, il quale fu affascinato dal suo aspetto e dalle sue parole e si convertì per poi dare la vita per la fede.
Dopo un pò di tempo, il nuovo Prefetto, Megerio o Megezio, la sottopose a un secondo processo, attirato anche dalle sue “ricchezze”. Questa volta il giudice fu insensibile al fascino della giovane ma le minacce non riuscirono a farle rinnegare la sua fede e durante il suo martirio avvennero fatti prodigiosi: il boia, incaricato di frustarla, fu colpito da una paralisi, dalla quale guarì grazie alla preghiere della Santa; il procuratore Olimpiade, per salvarle la vita, le propose di sposarlo, ma Fermina rifiutò, e lo convertì insieme a tutti i suoi familiari. Alla fine il giudice ordinò di appendere la giovane per i capelli ad una trave e di accendere sotto i piedi un grande fuoco.
Dopo la sua morte il corpo venne sepolto in campagna ad Amelia e solo molti secoli dopo un vescovo riportò alla luce le sue reliquie.
Un documento più recente, pur riportando gli stessi elementi della leggenda, suppone invece che Firmina sia stata sepolta a Civitavecchia e non ad Amelia, il 20 dicembre.

Festeggiamenti:
Nel calendario della chiesa Santa Fermina è festeggiata il 24 Novembre, ma a Civitavecchia la si onora il 28 Aprile, in ricordo del giorno in cui fu portata qui una sua reliquia ricevuta dal Vescovo di Amelia nel 1647.

La Festa di Santa Firmina si celebra il 24 novembre di ogni anno ad Amelia, in provincia di Terni. La festa consiste in una rievocazione storica in costumi trecenteschi. I rappresentanti dei borghi del territorio comunale di Amelia offrono a Santa Firmina dei ceri del peso di tante once quanti sono i nuclei familiari della cittadina umbra e che vengono tradizionalmente definiti fuochi del castello, cioè del borgo, da loro amministrato. Nell’ambito dei festeggiamenti si svolge il Palio dei Colombi.

A Civitavecchia la processione in onore di Santa Fermina esce dalla Cattedrale della città ed è aperta dalla banda musicale e dagli sbandieratori, seguiti da figuranti in costumi romani. Partecipano anche gli abitanti del comune di Amelia in quanto la loro città è gemellata con Civitavecchia. La santa è impersonata da una bambina dagli 8 ai 12 anni, con lunghi capelli castani, che porta in una mano una barchetta e nell’altra un ramoscello di olivo. La sfilata percorre le vie del centro fino ad arrivare al porto, dove un rimorchiatore aspetta d’imbarcare la statua della santa per portarla a largo per benedire il mare e tutti coloro che vi lavorano.