Una cappella a lungo trascurata, quasi sempre chiusa al pubblico e lasciata per ultima nel recupero dopo il sisma del ’97. Ma proprio da questo scrigno ‘abbandonato’, posto a destra dell’altare della Basilica inferiore di San Francesco di Assisi, potrebbe giungere la prova della presenza del genio di Giotto.

 

Si tratta di una delle prime opere della sua vita artistica e ha una grande importanza per ricostruire la cronologia della sua attività e di quella della Bottega“, ha spiegato all’Ansa il capo restauratore, Sergio Fusetti, impegnato dall’aprile nel 2010 nel delicato lavoro su circa 300 metri quadrati di affresco e 80 di materiale lapideo. Un intervento costato circa 360 mila euro, finanziato da Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e Generali.

Per tanti anni questa cappella è stata chiusa – ha detto Fusetti – veniva utilizzata, ma raramente, dai frati come punto di ascolto. Ora il restauro consentirà di apprezzarne la bellezza e la ricchezza degli affreschi – trovati in cattive condizioni – dove si rileva la presenza di oro zecchino, perché si trattava della decorazione pittorica della cappella funeraria di Gian Gaetano Orsini, giovane diacono prematuramente scomparso, voluta da suo fratello, il cardinale Napoleone”.

 Fusetti ha ricordato che il restauro si è sviluppato di pari passo con l’apertura della mostra “I colori di Giotto”, svoltasi, da aprile a settembre 2010. E 30 mila visitatori hanno potuto provare l’emozione di poter ammirare, in diretta, sui ponteggi insieme ai restauratori, a pochi centimetri di distanza, gli affreschi durante l’intervento di recupero. Nella cappella di San Nicola – verrà inaugurata ufficialmente il 6 dicembre prossimo dal ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi – ci sono gli affreschi che raffigurano i Santi, gli Apostoli, le Storie di San Nicola, le figure della Madonna col Bambino, di San Francesco, San Giovanni Battista e di Santa Maria Maddalena penitente.

 “L’attenzione all’arte e alla cultura per i frati di Assisi significa percorrere la strada che dal bello ci conduce verso la bellezza di Dio.” – ha dichiarato padre Giuseppe Piemontese, Custode del Sacro Convento – “Gli affreschi della Basilica di San Francesco sono la bibbia dei poveri che ha permesso e permette a tanta gente di leggere la vita di Francesco per riscoprire la paternità di Dio”.A San Nicola di Mira, molto probabilmente il santo più venerato e popolare della storia del cristianesimo medievale e moderno, è dedicata una cappella nella Basilica inferiore di San Francesco in Assisi. Giotto l’ha mirabilmente affrescata, illustrando le storie, i miracoli e la fede del santo vescovo, patrono di bambini, ragazzi e ragazze, scolari, farmacisti, mercanti, naviganti, pescatori. A suo tempo si intuì come lo zelo e la carità del Santo vescovo di Mira fossero vicini alla testimonianza del Poverello d’Assisi, affiancato nella santità e nella fama a Colui che è venerato in Oriente e in Occidente. La riapertura al culto della cappella di San Nicola, dopo il delicato intervento di restauro degli affreschi di Giotto, nell’anno della fede, vuole essere auspicio di quella “fede ecumenica” della Chiesa, che, come ebbe a dire il B. Giovanni Paolo II,” deve nuovamente tornare a respirare con i suoi due polmoni: quello orientale e quello occidentale”.