Posto su di un’altura alla sinistra del Tevere, Alviano fu abitato già in epoca romana dalla gens Albia, da cui deriva il nome. I resti di una villa patrizia con pavimenti a mosaico (si pensa fosse appartenuta al tribuno della plebe Caio Popilio) a poco più di un chilometro dal centro, in località Popiliano, stanno a testimoniare l’insediamento romano in questa zona; come pure i ruderi di un guado sul Tevere nei pressi di Madonna del Porto, poco distante da Popiliano.

Nel Medioevo, per la sua invidiabile posizione strategica, fu aspramente conteso da Todi, Orvieto e Amelia. Il borgo attorno al fortilizio, fatto costruire dal conte Offredo nel X secolo, divenne stato autonomo nel XII sec. quando era già feudo della potente famiglia degli Alviano. Gli Alviano raggiunsero l’apice della loro potenza con Bartolomeo d’Alviano, famoso capitano di ventura, principe di Pordenone, governatore e castellano di Todi ed estesero il loro potere su tutta la Teverina, vaste zone dell’Umbria e delle Marche. Estintasi la casata degli Alviano, il castello fu acquistato da donnaOlimpia Pamphili Maidalchini, cognata di papa Innocenzo X.

La storia ci descrive donna Olimpia come donna scaltra e avida, mentre una leggenda locale ce la presenta come un’insaziabile “mantide” che, dopo aver placato i suoi istinti sessuali, faceva scomparire i suoi numerosi amanti in uno dei tanti trabocchetti di cui il castello era dotato.

Alviano, caratteristico borgo medioevale, in bella posizione panoramica sulla valle del Tevere, si presenta subito con il suo castello posto all’inizio dell’abitato. L’architettura militare dell’edificio fu curata personalmente da Bartolomeo D’Alviano che nella ristrutturazione tenne conto della duplice funzione che doveva avere l’edificio fortilizio e dimora per la sua casata. Grandiosa e severa a pianta quadrata con torri angolari ed un bel cortile rinascimentale, la Rocca è stata restaurata ed è attualmente sede del Municipio e delle associazioni culturali di Alviano. All’ingresso del castello, il leone della gogna e una testa di medusa, posti sulla facciata, stanno a simboleggiare il feudo degli Alviano. Da visitare, all’interno del castello, la cappella Gentilizia detta cappella di San Francesco dove, un affresco del Seicento, raffigura il miracolo del Santo che, predicando in Alviano nel 1212, fece tacere le rondini che garrendo disturbavano la predica. Un’altra cappella posta poco lontano, la cappella delle Rondini, in località Belvedere, fu edificata per ricordare l’avvenimento .

La chiesa parrocchiale Madonna Assunta, quattrocentescea, a tre navate su colonne, ospita invece una Pala lignea del XV sec., opera di Nicolò Alunno, raffigurante una Madonna in Gloria; un affresco del Pordenone ed il ritratto di Pentesilea Baglioni , moglie di Bartolomeo d’Alviano.