Il nucleo antico della cittadina è tutto raccolto sulla sommità di un colle nella piccola valle del Fosso rigo (mentre ai suoi piedi sorge la parte nuova della cittadina).

Numerose testimonianze archeologiche suffragano con fondamento l’identificazione del sito di Borgo Fossato con il Vicus Helvillum (antica stazione di posta romana sulla via Flaminia): resti di un luogo di culto della dea Cupra, tombe, epigrafi, strutture murarie ecc. Centro importante in epoca romana, posto com’era al crocevia di importanti strade, Helvillum con la caduta dell’Impero Romano e la lunga guerra gotico-bizantina che ne seguì, (conclusasi nel 552 a.C., proprio in quest’area, con la vittoria dei Bizantini), scomparve dalle scene, presumibilmente distrutta. Ma l’insediamento, per l’importanza strategica del posto, fu presto ricostruito probabilmente dai Bizantini nei pressi dell’originario, in posizione più dominante. Nel 996 Fossato (toponimo che sembra ricollegarsi al termine greco che indica un accampamento, un luogo fortificato), divenne feudo di Lupo, detto Vico di Monaldo, Conte di Nocera che, nel  X sec., lo ottenne in feudo dall’Imperatore Ottone III. Nel XII sec. ai Vico subentrarono i Conti di Marsciano, tra i quali Bulgarello che nel 1187 sottomise il castello a Gubbio e nel 1208 Perugia, finché nel 1251 i suoi eredi lo vendettero a Gubbio.
 

 
Nel 1258 Fossato di Vico fu ripreso con la forza da Perugia e subito dopo, nel 1259, si organizzò in libero Comune, sempre dipendente da Perugia, ma con proprie magistrature e statuti (il cui esemplare è custodito ancora oggi nell’archivio comunale). Nel 1442, il Castello resistente vittoriosamente agli assalti delle truppe di Francesco Sforza; mentre nel 1500 subì il saccheggio ad opera delle milizie di Cesare Borgia, detto “Il Valentino“. Stessa sorte subì nel 1517 ad opera del Duca d’Urbino Francesco Maria della Rovere;nel 1540 entrò definitivamente a far parte dello Stato della Chiesa, rimanendovi fino al 1861 (anno in cui entrò a far parte del Regno d’Italia), ad eccezione della breve parentesi del periodo Napoleonico in cui, terra di confine fra Impero di Francia e Regno d’Italia, fu posto di dogana sito in località Osteria del Gatto (allora chiamata Osteria Nuova).
L’antico nucleo di Fossato di Vico ha mantenuto quasi intatte le sue caratteristiche di borgo medioevale, con le sue mura, le sue torri ed il dedalo di viuzze su cui si affacciano le antiche case. Fuori dalla cittadina, lungo la via Flaminia ci sono il Ponte di San Giovanni, di età augustea, restaurato pochi anni ed i resti dell’antica cinta muraria del Castello della Rocca, detta il “Roccaccio“.
 
Prima di entrare a Fossato di Vico, la Torre merlata, superata la quale si entra nel cuore del borgo medioevale, qui sono da visitare le Rughe, raro esempio di architettura medioevale con vie interne, in parte coperte, che facevano parte del sistema difensivo del castello; ci sono inoltre l’Abbazia di San Pietro, del XIII sec., sita nella piazza omonima, restaurata negli anni settanta; la chiesa di San Cristoforo, del XIII sec. (restaurata di recente), con un bel soffitto ligneo e con affreschi del XIV e XV sec. scoperti durante la fase di restauro; la chiesa di San Benedetto, abbazia Benedettina del XIII sec., caratterizzata all’esterno da due portali ogivali, una monofora trilobata ed un’iscrizione del 1337 mentre l’interno, a navata unica, custodisce affreschi del XIV e XV sec. di Scuola Eugubina, tra cui quello che è il più antico ritratto di papa Urbano V. Il Monastero di Santa Maria del Fonte, del XIII sec., recentemente restaurato, sede delle monache benedettine di clausura e un notevole e un notevole archivio di documenti antichi; la Torre dell’Orologio, sovrastante la piazzacentrale, ha un orologio ancora funzionate del XVII sec., opera dei Gricci. Quella che fu la sede comunale dal XIII sec., fino all’Unità d’Italia, è oggi sede del Teatro e nel suo seminterrato è possibile ammirare due antichi forni cui si accede attraverso una caratteristica volta a botte in pietra.
Sempre nel centro storico vi è la chiesa di S. Maria delle Piaggie, detta “Piaggiola”, custodisce una serie di affreschi del XV sec. di Ottaviano Nelli e della sua Scuola.
Nell’antica chiesa di S. Sebastiano, ampliamente restaurata nel XIX sec., troviamo invece, un organo a canne del XVIII sec. e alcune tele del XVI-XVII-XVIII secolo.
Una visita merita anche il Santuario di Ghea, dedicato alla Madonna della Neve, posto in aperta campagna ed edificato sul luogo dove sorgeva un antico insediamento romano.