Provincia:
Perugia
Comprensorio: Trasimeno
Nome abitanti: Panicalesi
Comune
www.comune.panicale.pg.it
 

 

Panicale vanta una storia bimillenaria che documenta l’insediamento degli Etruschi già nel VII sec. a.C.. In questo munito Castrum trovarono rifugio, nel III sec. a.C., i soldati romani superstiti, sconfitti dalle truppe cartaginesi di Annibale nella Battaglia del Trasimeno e, sempre qui, trovarono sicuro rifugio i perugini fuoriusciti, ribellatisi all’imperatore Ottaviano nel 41 a.C..Dopo il dominio longobardo l’intera zona fece parte dei possedimenti dei marchesi di Toscana. Nel X sec. Berengario concesse il castello di Panicale ed il suo contado ad un suo fido, il duca Uguccione II di Bourbon, che avrà vita breve poichè i Panicalesi, ribellatisi, lo cacciarono e, nel 1037, si ersero a Libero Comune, uno dei primi se non uno dei primissimi Comuni liberi della penisola. Nel XIII sec. si sottomise alla Signoria di Perugia e nel 1316 si dette uno Statuto autonomo che gli permetteva di eleggere tra la propria gente Consoli e Priori. La meritata fama di castello inespugnabile gli consentì di ospitare tra le sue mura, nel corso dei secoli, eminenti figure religiose e civili. Qui sostarono: nel 1216 papa Inocenzo III, Enrico IV nel 1312, papa Paolo III, che, nel 1543 nominò Panicale “Terra Insigne” (il documento è tutt’oggi conservato nell’Archivio Comunale) ed altri personaggi illustri quali i papa Bonifacio VIII, Alessandro VI, Giulio II, Clemente VII ed i re Ladislao Durazzo e Carlo III (1734). Il 1331 vede nascere a Panicale Giacomo Paneri, quello che diventerà uno dei più temibili capitani di ventura dell’epoca (vedi capitolo: “I signori della guerra, i capitani di ventura umbri”) e alla fine del XVI sec. Tommaso Fini, detto Masolino, che diventerà uno dei più raffinati esponenti della pittura Tardo-Gotica. Il XVI-XVII sec. vede invece operare un altro insigne panicalese: Cesare Caporali, primo autore di poesie eroicomiche e fecondo scrittore. Nel 1643 Panicale, dichiarato uno dei castelli più importanti e fortificati d’Italia, viene attaccato e conquistato dalle armate fiorentine guidate da Mathias durante la guerra tra lo Stato Pontificio ed il Ducato di Parma, dopo che per secoli aveva resistito ad assalti, lotte, guerre, spartizioni tra Perugia e Chiusi. Restaurati i danni, sotto l’egemonia della Chiesa condurrà da quel momento una vita abbastanza tranquilla che lo porterà nel 1860 all’annessione al Regno d’Italia.

Panicale conserva ancor oggi il suo antico borgo medioevale circondato dalla potente cinta muraria, “sorvegliata” da dieci torri, e la caratteristica suddivisione dell’abitato con forme circolari con le sue tre piazze distinte e separate: quella del Comune, in basso; quella dominata dalla chiesa della Collegiata, al centro; quella del Podestà, in alto. Si entra nel borgo varcando Porta Perugina, ricostruita nel 1898. Percorrendo via Caporali si giunge al Teatro Cesare Caporali costruito nel 1786 e rifatto nel 1858 da Giovanni Caproni; recentemente restaurato, il caratteristico e bel teatro a due ordini di palchi, custodisce un sipario raffigurante “L’ingresso di Boldrino a Perugia” opera del 1869 di Mariano Piervittori. Proseguendo raggiungiamo il punto più alto del paese dove domina il Palazzo del Podestà, massiccia costruzione edificata nel XIV sec. dai Maestri Comacini, mentre il Campanile è del 1789. Il palazzo, di recente restaurato, ospita l’Archivio Notarile con manoscritti (il più vecchio dei quali è del 1311) e l’Accademia Masoliniana. Scendendo verso piazza S. Michele, incontriamo la casa, tutta in cotto, di Boldrino Panieri, la cui facciata è arricchita da stemmi gentilizi; quindi la Collegiata di S. Michele Arcangelo che si apre nell’omonima piazza, edificata dal 1680 al 1695 su un antichissima chiesa risalente forse all’anno Mille e che nel 1618 venne elevata a Collegiata. Al suo interno custodisce pregevoli opere d’arte: una “Natività” del 1519 opera di Giovan Battista Caporali un'”Annunciazione“, attribuita a Masolino; un Crocifisso ligneo del XV sec.; sei medaglioni del XVII sec. effigianti storie di Santa Maria. Raggiungendo piazza del Comune o piazza Umberto I, troviamo una bella fontana del 1473 ed il Palazzo Pretorio con la sua imponente facciata ricca di stemmi. Uscendo da Porta Fiorentina,  caratterizzata dalla magnifica Torre con loggiato e su cui si apriva l’antico ponte levatoio, ci troviamo di fronte alla chiesa di Sant’Agostino. L’interno contiene splendidi affreschi della scuola del Perugino oltre un bell’altare in pietra serena del 1513 opera di Cristoforo da Cortona. Proseguendo per via Roma, incontriamo la chiesa della Madonna della Sbarra costruita nel 1415 e dedicata alla “Madonna delle Nevi“, in ricordo di una nevicata prodigiosa avvenuta il 5 agosto del 1352; la chiesa cambiò nome perchè riedificata nel 1618, per volere di papa Paolo V, in un luogo che fungeva da controllo daziario. Modificato nel 1696, l’edificio,caratterizzato  da una facciata rinascimentale, custodisce all’interno una “Sacra Famiglia” attribuita a El Greco; un bell’altare barocco che racchiude la sacra immagine del ‘400 cui è attribuita la miracolosa nevicata del 5 agosto ed un “Via Crucis” del XVIII sec.. Ritornando indietro, ed uscendo da Porta Perugina, da visitare la chiesa di San Sebastiano del XV sec. e da cui si gode una stupenda vista sul lago Trasimeno. Nella chiesa sono custoditi due pregevoli affreschi di Pietro Vannucci detto il Perugino: “Il martirio di San Sebastiano” del 1505 ed una “Madonna in Trono“.