Provincia:
Terni
Comprensorio: Ternano
Nome abitanti: Sangeminesi
Comune
www.comune.sangemini.tr.it
 

 

 

In un dolce paesaggio collinare, in vista dei Monti Martani, sorge la cittadina di San Gemini. Le sue origini non ci sono note, di esso si sa che la zona era molto frequentata già in epoca romana, come testimoniato dalle vicine vestigia di Carsulae.
Secondo la tradizione, nell’ VIII sec., un monaco di nome Gemine avrebbe fondato un monastero nel quale, alla sua morte, vi venne traslato il corpo.

Sviluppatasi in età medioevale, San Gemini, nell’ 882 fu devastata dai Saraceni durante una delle loro incursioni sul suolo italico e, nell’ XI sec., la troviamo sotto il dominio di Narni. Nel XII sec., posta sulla linea di confine tra il ducato longobardo di Spoleto e la Pentapoli romana in mano ai Bizantini, fu luogo di aspri scontri tra i due contendenti.

Nel 1241, distrutta dagli eserciti di Federico II, venne faticosamente ricostruita entrando definitivamente a far parte dello Stato della Chiesa. Più volte Narni, Todi e Terni cercarono di sottometterla al loro dominio, ma i tentativi risultarono infruttuosi. Infeudata nel 1524 dal pontefice Clemente VI agli Orsini, subì gravi danni nel 1527 ad opera delle truppe del conestabile di Borbone in marcia verso Roma. Elevata a ducato, nel secolo seguente, dei principi Publicola di Santacroce.

 

 

A quel periodo risalgono i numerosi interventi che videro il restauro delle mura di cinta, della Porta Romana, della torre del Palazzo Pretorio e la costruzione del nuovo Palazzo Comunale, oltre che la costruzione del sistema fognario e dell’acquedotto. Nel 1781, papa Pio VI elevò San Gemini al rango di città . Nel 1813 vi dimorò per qualche tempo, Antonio Canova che aveva acquistato il palazzo prospicente la piazza di San Francesco e la tenuta di Valle Antica. Anche l'”Eroe dei due mondi”, Giuseppe Garibaldi, sostò a San Gemini (1849), dopo essersi ritirato da Roma, seguito dai suoi fedelissimi, molti dei quali erano sangeminesi. Il nucleo antico dell’abitato di San Gemini ha conservato le caratteristiche del borgo medioevale a cui si accede entrando dalla Porta Romana, costruita nel 1723 ad opera dei Santacroce. Imboccando la strada sulla destra si arriva alla chiesa di San Gemine, ricostruita nel 1817 ed al cui interno nel 1775 furono scoperte le reliquie di San Gemine.

All’interno custodisce un crocifisso ligneo del XV sec. e tele del Seicento.

Risalendo per via Roma arriviamo alla chiesa di San Francesco (sec. XIII-XIV), di pregevole architettura gotica, ad una navata, con portale del sec. XV. Di fronte alla chiesa, il Palazzo Comunale, che fu dimora del Canova. Imboccando la Porta di Borgo (XII sec.), posta sulla destra del Palazzo Comunale, entriamo nella parte più antica di San Gemini. Qui si piò ammirare il Palazzo del Pretorio del XII sec.; la Torre Esperia, con  un campanile a vela dell’ XVIII sec.; la chiesa di Santa Maria “de Cicerchiis”. In Piazza Garibaldi si trova invece la chiesa di San Giovanni, restaurata da pochi anni, la cui facciata del XIII sec.  mostra un bel portale romanico a mosaici cosmateschi, i cui stipiti poggiano su due leoni in pietra. Poco fuori dal centro è posta la bella chiesa di San Nicolò, romanica, con facciata in pietra, adornata da un bel portale su scalinata e leoni stilofori. La chiesa, le cui origini risalgono all’ XI sec., fu restaurata e consolidata e, l’interno a tre navate, custodisce un affresco del 1295 di Rogerino da Todi.  

Uscendo da San Gemini verso nord si arriva, dopo un chilometro, al Parco delle Fonti dove vi sono le Terme. Le fortune termali del luogo risalgono al XIX sec., allorché vennero avviati studi sistematici circa le proprietà curative delle acque. Il centro termale è dotato di un attrezzato parco che offre l’ambiente ideale per approfittare delle proprietà benefiche della sorgente, noto fin dai tempi antichi. Proseguendo, dopo un paio di chilometri si giunge alla città romana di Carsulae, (I-III sec. d.C.) nel verde della campagna umbra. La città, sorta lungo la via Flaminia, deve il suo nome molto probabilmente al fondo pietroso su cui sorge (Carsius, Carsioli) e, molto probabilmente, fu opera delle popolazioni montane chiamate a valle dopo la costruzione della strada nel 220 a.C.. Carsulae, municipio romano della VI regione augustea, iscritto alla Tribù Clustumina, raggiunse il suo massimo splendore nel II sec. d.C., lasciandoci  imponenti segni della sua esistenza. Ancor oggi, in un ambinete fortemente evocativo, possiamo ammirare la chiesa di San Damiano dell’XI sec. ma edificata su preesistenti costruzioni romane, forse del II sec. d.C.; il Foro , con i resti della Basilica Forense; l’ Anfiteatro, il Teatro, l’ Arco di Traiano (o di San Damiano) ed i resti del complesso delle Terme. Sempre in territorio di San Gemini, facente parte però del Medioevo fu un centro importante delle Terre Arnolfe e passò successivamente sotto la signoria dei Cesi di Acquasparta. Oltre le mura, antichissime, del VI sec. a.C., sono da visitare: la chiesa di Sant’Angelo dell’ XI sec., la chiesa di San Agostino, che custodisce un affresco del 1425 di Giovanni di Giovannello e la chiesa parrocchiale di Santa Maria, dove sono custoditi una Madonna lignea dell’ XII sec. ed una pala d’altare del 1308, opera del Maestro di Cesi, raffigurante la Madonna col Bambino e Santi.

Per gli escursionisti, segnaliamo una visita al Convento dell’Eremita fondato nel 1213 da San Francesco ed ampliato dal Beato Paolo Trinci e, nei paraggi, la chiesetta di Santa Caterina che custodisce affreschi della scuola di Benozzo Gozzoli.

Fonte immagini: www.sangeministudies.info