Abbazia

 

Il termine deriva da abbas “abate”, ed è sinonimo di monastero; può cioè indicare:

1) la comunità di religiosi (monaci o canonici regolari, secondo la regola benedettina almeno dodici) sui iuris cioè autonoma, autosufficiente e che possiede personalità giuridica, governata da un abate;

2) il complesso degli edifici della comunità e degli altri fabbricati che ne dipendono;

3) una chiesa anticamente monastica che ha mantenuto questo nome.

Spesso intorno al monastero si svilupparono dei mercati e successivamente dei centri abitati: questo spiega i tanti toponimi che ancor oggi richiamano il nome del santo cui l’abbazia era consacrata. L’abbazia, come si può vedere dalla pianta dell’ XI secolo conservata a San Gallo in Svizzera (anche se si tratta del progetto di un’abbazia ideale) era un complesso organismo architettonico.
Entro un grande recinto e intorno alla chiesa si trovavano disposti lungo i lati del chiostro i dormitori dei monaci, la sala capitolare destinata alle riunioni, la biblioteca (scriptorium), il refettorio; poco discosto sorgevano i fabbricati per i servizi, i magazzini, le officine, i laboratori, l’abitazione dell’abate, l’infermeria, la foresteria, l’orto con le erbe destinate alla confezione dei farmaci e la relativa farmacia.

 

Pianta ideale di una chiesa romanica:

a) abside;

ad) arco doppio;

c) contrafforti;

ct) crociera del transetto;

d) deambulatorio;

n) nartece;

p) pilastri;

t) transetto;

vb) volta a botte;

vc) volta a crociera.