Feste per San Giovanni Battista

Il 21 del mese di giugno, alle ore 20 e sei minuti, il sole entrerà nel segno zodiacale del Cancro.
Così avrà inizio il Solstizio d’Estate: un fenomeno astronomico che fa sì, durante quel giorno, che la durata della luce solare sia la più lunga in assoluto nell’arco dell’anno.

La ricorrenza del 24 giugno

Il giorno della vigilia di San Giovanni si staccava un ramo di geranio fiorito, e, dopo aver schiacciato l’estremità del gambo, si legava in cima a un lungo bastone; infine, si fissava al muro della casa. Il geranio bagnato dalla rugiada della fatidica notte di San Giovanni, sarebbe rimasto integro per circa tre mesi.
Nella notte della vigilia, in tutta Europa, si credeva che avvenissero strani prodigi, suggeriti dalla fantasia popolare. Questo è il momento dell’anno in cui la natura è in piena fioritura e la gente, specialmente nelle campagne, alla sera, ne apprezzava i conturbanti effluvi, derivandone favole e leggende che si sono tramandate fino ai giorni nostri.
In molte parti del nostro paese si credeva che, durante la notte di vigilia, se ci si fosse messi sotto una pianta di felce senza avere paura, dopo una serie di riti oscuri, che per brevità non riportiamo, si sarebbe entrati in possesso del leggendario “Libro delle Virtù”. In altre zone, invece, sempre sotto una felce e con altre strane procedure, sarebbero apparse le anime dei cari estinti.
Nell’Italia centrale, c’era la tradizione delle cosidette commari.
“Commari di San Giovanni / toccamoce li panni / li panni ci toccheremo / sempre commari ce chiameremo” . Scrive don Ansano Fabbri, “…per stringere maggior amicizia tra due ragazze, usava offrirsi un mazzo di fiori che veniva ricambiato per San Pietro (29 giugno): si diventava in questo modo commari di San Giovanni”.

La Tradizione di Grello

Un’altra tradizione di tipo floreale è quella dell’acqua di San Giovanni: un misto di fiori tratti prevalentemente da erbe, per lo più aromatiche, come la ruta, il rosmarino, la maggiorana, la valeriana, la salvia, la verbena, l’iperico, la lavanda e altre ancora. Fiori che venivano messi in un recipiente ricolmo d’acqua posto all’aperto durante la nottata del 23 e sino alla mattina del 24, per benificiare della rugiada del Santo, alla quale si attribuivano diverse virtù terapeutiche.
A Grello, frazione di Gualdo Tadino, posta sul Subasio, il 23 e il 24 di giugno, si ricordano le antiche tradizioni giovannee con una festa popolare di sapore medievale.
Intanto si rievoca il medioevo con suggestivi cortei in costume, come a rammentare che tali tradizioni ebbero un grande impulso in questo periodo. Ci si rifà al 1200. Ma il piatto forte è la corsa delle “Jncije” (ceri accesi). Una gara tra terzieri, quello di San Giovanni (Patrono di Grello), Sant’Angelo e San Donato, in cui viene suddiviso il paese per l’occasione. La notte del 23, si approntano le tregge con le balle di paglia. Queste, una volta accese con delle grosse torce, vengono trainate di corsa dagli appartenenti ai rispettivi terzieri in un suggestivo giro attorno all’antico castello.
( da: Frate Indovino, giugno 2007)