(…) Nessun campo di studi riguardanti il Medioevo è stato forse altrettanto compromesso da testi e libri di mediocre qualità (per non dir altro). In materia di “simbolismo medievale” – nozione vaga di cui si abusa – il pubblico e gli studenti non possono aspettarsi altro, il più delle volte, che opere superficiali o di carattere esoterico, che giocano col tempo e lo spazio mescolando in uno sproloquio più o meno commerciale la cavalleria, l’alchimia, l’araldica, l’incoronazione dei re,  l’arte romanica, i cantieri delle cattedrali, le crociate, i Templari, i Catari, le vergini nere, il Santo Graal, ecc. Ora, sfortunatamente,  queste opere hanno spesso un grande successo di vendita, facendo per ciò stesso un torto considerevole agli argomenti in oggetto e distogliendo dallo studio del simbolo i lettori ed i ricercatori che aspirino a problematiche più ambiziose.

Tale situazione è tanto più deplorevole in quanto vi è certamente posto all’interno degli studi medievali per una “storia simbolica” che abbia come la storia sociale, politica, economica, religiosa, artistica, letteraria – ed in stretta relazione con esse – le sue fonti, i suoi metodi e le sue problematiche. Si tratta di una disciplina che è tutta da costruire. Certo, opere di qualità riguardanti lo studio specifico del simbolo non mancano: ma o si limitano agli autori più speculativi della teologia e della filosofia, o sconfinano abbondantemente nel campo dell’emblema e dell’emblematica. Ora, nel Medioevo, l’emblema non è il simbolo, anche se la frontiera tra il primo ed il secondo rimane sempre permeabile. L’emblema è un segno che dice l’identità di un individuo o di un gruppo di individui: il nome, l’arme, l’attributo iconografico, sono degli emblemi. Il simbolo, al contrario, si riferisce non ad una persona fisica ma ad una entità astratta, a un’idea, una nozione, un concetto. (…)

(…) il simbolo medievale si costruisce quasi sempre attorno ad una relazione di tipo analogico, vale a dire fondata sulla somiglianza – più o meno grande – tra due parole, due nozioni, due oggetti, oppure sulla corrispondenza tra una cosa e un’idea. Più in particolare, il pensiero analogico medievale si sforza di stabilire un legame tra qualcosa di apparente e qualcosa di celato. (…) L’esegesi consiste nel delineare questa relazione tra il materiale e l’immateriale e nell’analizzarla per ritrovare la verità nascosta degli esseri e delle cose. Nel Medioevo, spiegare o insegnare consiste innanzitutto nel cercare e portare alla luce tali significati nascosti. Siamo qui rimandati al significato principale della parola greca symbolom : un segno di riconoscimento costituito in concreto dalle due metà di un oggetto che due persone conservavano ed esibivano, appunto, per riconoscersi.

 

Medioevo simbolico

di Michel Pastoureau 

Editori Laterza, 2010, Bari, pagg. 404