La casa Editrice “Il Mulino” ed “Editori Laterza” hanno presentato in questo ultimo periodo alcuni testi sull’ età medievale di particolare interesse:

 

La lingua di Dante, di Paola Manni, Collana “Le vie della civiltà”, pp. 256, € 19,00

Con Dante si realizza il predominio del volgare tDante Alighierioscano e, insieme, il declassamento a dialetto di ogni altra parlata italiana. Nato e formatosi nella Firenze della seconda metà del Duecento, Dante fu testimone diretto dell’ascesa dell’idioma volgare, che andrà via via imponendosi a tutti i livelli, negli usi pratici come pure in quelli letterari. E fu appunto il volgare che egli scelse, legittimò e raffinò come strumento espressivo nelle sue opere, dalla «Vita nuova» al «Convivio», alle liriche e alla definitiva consacrazione della «Commedia». Questo libro traccia un prezioso profilo della lingua dantesca, di cui vengono illustrate le caratteristiche morfologiche, lessicali, sintattiche e stilistiche.

 

Paola Manni insegna Storia della lingua italiana nell’Università di Firenze. Fra i suoi volumi ricordiamo una raccolta di «Testi pistoiesi» delle origini (Accademia della Crusca, 1990) e il recente «Glossario leonardiano» curato con M. Biffi (Olschki, 2012). Per il Mulino ha pubblicato anche «Il Trecento toscano» (2003). Dal 2011 è membro dell’Accademia della Crusca, di cui è vicepresidente.

 

Il sovrano pontefice di Paolo Prodi

Un corpo e due anime: la monarchia papale nella prima età moderna, Collana “Storica paperbacks”, pp. 448, € 15,00

«una pietra miliare nello studio del papato moderno e del suo rapporto con l’evoluzione politica dell’Europa moderna»Papa Re

American Historical Reviewx

Rovesciando una prospettiva tradizionale che vedeva nello stato della Chiesa un ingombrante residuo dell’epoca precedente e un ostacolo allo sviluppo delle forme statuali moderne, questo saggio ormai classico mostra come il pontefice, a un tempo sovrano di uno stato territoriale e capo della cristianità, papa-re, in quello sviluppo giocò in realtà un ruolo decisivo. La monarchia papale fornisce infatti allo Stato il modello per incorporare la religione all’interno della politica e per costruire le moderne chiese territoriali. È questa l’eredità che il papato della prima età moderna ha lasciato alla Chiesa e allo Stato dei secoli successivi.

Paolo Prodi è professore emerito dell’Università di Bologna. Con il Mulino ha pubblicato anche «Il sacramento del potere» (1992), «Una storia della giustizia» (2000), «Settimo non rubare» (2009). Nel 2012 è iniziata la raccolta dei suoi scritti, di cui sono usciti i primi tre volumi: «Storia moderna o genesi della modernità?», «Cristianesimo e potere», «Profezia vs utopia».

Federico II

Federico II – Imperatore, uomo, mito  di Hubert Houben

Collana “Storica paperbacks” , pp. 220, € 12,00

 

«agile e arioso… un succinto, efficace strumento critico» Franco Cardini

Un profilo sintetico quanto informato dell’imperatore normanno-svevo Federico II (1194-1250), una delle figure più discusse del Medioevo europeo. La prima parte del libro è dedicata alla storia politica di Federico, segnata dalla lotta con il Papato e i Comuni; la seconda si occupa dell’uomo, della sua sfera famigliare, dei suoi interessi filosofici e scientifici, e del suo entourage, di cui facevano parte anche studiosi ebraici e arabi; la terza segue la formazione del mito di Federico attraverso i secoli fino ai giorni nostri.

 

Hubert Houben insegna Storia medievale nell’Università del Salento a Lecce ed è membro del Consiglio scientifico dell’Istituto Storico Germanico di Roma. Ha pubblicato, fra l’altro, «Ruggero II di Sicilia, un sovrano tra Oriente e Occidente» (Laterza, 1999; Premio Basilicata 2000) e «Normanni tra Nord e Sud: immigrazione e acculturazione nel Medioevo» (Di Renzo, 2003).

 

Donne, madonne, mercanti e cavalieri di Alessandro Barbero

Sei storie medievali; Edizione Laterza; 2013; pp. 144

Chi erano, come pensavano, come vedevano il mondo uomini e donne del Medioevo?donne e cavalier

Sei destini unici che descrivono un’epoca, visti da vicino vicino, come mai li abbiamo conosciuti.

Fra’ Salimbene da Parma, il francescano che ha conosciuto papi e imperatori, vescovi e predicatori, e su ognuno ha da raccontare aneddoti, maldicenze e pettegolezzi; Dino Compagni, il mercante di Firenze che ha vissuto in prima persona i sussulti politici d’un comune lacerato dai conflitti al tempo di Dante; Jean de Joinville, il nobile cavaliere che ha accompagnato Luigi il Santo alla crociata, testimone imperturbabile di sacrifici, eroismi e vigliaccherie; Caterina da Siena, che parlava con Dio e le cui lettere infuocate facevano tremare papi e cardinali; Christine de Pizan (si chiamava in realtà Cristina da Pizzano), la prima donna che ha concepito se stessa come scrittrice di professione, si è guadagnata da vivere ed è diventata famosa scrivendo libri; Giovanna d’Arco, che comandò un esercito vestita da uomo e pagò con la vita quella sfida alle regole del suo tempo.

È possibile incontrare uomini e donne del Medioevo, sentirli parlare a lungo e imparare a conoscerli? È possibile se hanno lasciato testimonianze scritte, in cui hanno messo molto di se stessi. È il caso di cinque su sei dei nostri personaggi; della sesta, Giovanna d’Arco, che era analfabeta o quasi, possediamo lo stesso le parole, grazie al processo di cui fu vittima e protagonista.