Guida Turistico-Culturale ai Monasteri dell’Umbria

San’Eutizio – San Felice – San Cassiano

Note sull’architettura e insediamento dei monasteri

Per i monaci benedettini la scelta del luogo ove fondare la propria sede spirituale non è mai stata casuale: quasi sempre i monasteri venivano edificati in zone isolate, di grande valore paesaggistico e ricche, nondimeno, di risorse naturali quali l’acqua, per il sostentamento dei monaci e per l’agricoltura, le rocce, utili per espandere l’abbazia stessa o per la costruzione di annessi agricoli, e i boschi, indispensabile riserva di energia. Al di là di ciò, logicamente i monaci andavano ad abitare luoghi che avessero caratteristiche di spiritualità, dove c’era già stato un eremita che aveva intrapreso la ricerca della vicinanza con Dio attraverso la solitudine e l’isolamento. I luoghi deputati a questa funzione erano quasi sempre grotte o anfratti impervi sui pendii di monti, come è il caso del Monteluco e della Valle Castoriana, zone che avevano tutti i requisiti sopraccitati e che nel V-VI secolo accoglievano già diversi eremiti. L’eremita comincia ad attirare molti discepoli che ne seguono l’esempio e che vanno costituendo il cenobio; da questi, nell’Alto Medioevo, si passa alla fondazione dei monasteri. Il primo edificio ad essere innalzato è la chiesa, il cui nucleo è quasi sempre costituito dalla “confessione”, cioè la tomba di un santo, fatto che determina la realizzazione della cripta e la conseguente collocazione sopraelevata dell’altare della chiesa. Il monastero viene ad organizzarsi in base all’orientamento di quest’ultima, che tendenzialmente si colloca nel punto più elevato e costituisce un lato del chiostro. Altri edifici che generalmente compongono il complesso sono il refettorio, grande sala allungata, il dormitorio, unico per tutti i monaci, e la sala del capitolo, dove questi si riuniscono ogni giorno disposti in ordine di anzianità per ascoltare la Regola di San Benedetto. Il chiostro ha forse origine nel peristilio romano o nell’atrio della basilica cristiana, ma “la vita comune del monastero ne ha fatto un’esigenza architettonica indispensabile per collegare le varie zone dell’abbazia” (Sportolari, 1997) poiché in contatto con tutti gli altri edifici e, nonostante ciò, luogo del silenzio. Altri edifici staccati dal complesso ma comunque parte della struttura del monastero sono: l’infermeria (formata da camere, farmacia e cappella), la foresteria (composta da dormitori, refettorio, cucina, giardino) riservata ai laici, il noviziato (con cucina, scuola corpo di guardia), la casa del guardiano vicino alle stalle e agli annessi agricoli (Sportolari, 1997). Nei complessi più grandi non mancavano inoltre spazi destinati allo studio come scuole, scriptoria e biblioteche, indispensabile all’attività intellettuale e amanuense dei monaci.

Tratto dall’introduzione

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