Il Medioevo ci ha lasciato il più ricco e il più prestigioso patrimonio scrittorio di tutti i tempi. Tutto merito dei monaci, scribi e copisti, che nei freddi scriptoria dei monasteri sparsi in tutta Europa, hanno creato libri e manoscritti miniati, capolavori di inconcepibile bellezza e inestimabile valore. La calligrafia è una forma d’arte che non necessita di una particolare preparazione artistica, basta un po’ di manualità, pazienza e soprattutto costanza. La calligrafia va studiata per gradi, iniziando a tracciare i singoli caratteri, poi semplici accostamenti delle lettere, brevi parole per poi passare a scrivere delle frasi complete. Nella calligrafia ornamentale non corsiva le lettere vengono costruite e non “scritte”.

Ma che tipo di scrittura utilizzavano?

Nel primo Medioevo, intorno al III – V sec. Esisteva una forte influenza della cultura dell’ Impero Romano. I Romani avevano una grande cura nel disegnare e scolpire le lettere. Il loro stile, la Capitale Quadrata Romana o Capitale elegante era una scrittura maiuscola caratterizzata da lettere robuste, piene di equilibrio ed eleganza. Questo stile venne utilizzato fino al IV sec. Per epigrafi e codici di lusso. In questo periodo, oltre al modello antico della Capitalis, erano usate anche la Capitale Rustica e la Corsiva Romana, scritture più veloci usate per testi amministrativi e codici di meno pregio. Dalla Capitale Romana, basata sui quadrati, intorno al III sec. Nacque il carattere “Onciale” una grafia semplice, tonda, ben proporzionata, adatta per scrivere con la penna d’oca su papiri e pergamene. Presto questa scrittura divenne favorita e prediletta dagli amanuensi per scrivere testi sacri. I missionari ibero-scozzesi esportarono la Capitale Romana e l’onciale anche in Irlanda e nelle isole britanniche e così nacque una scrittura molto particolare, chiamata Insulare. Lo splendore delle opere che la testimoniano (come ad esempio “ Il Libro di Kells”) stupisce e meraviglia tutti da secoli. In questo periodo nacque in Europa un gran numero di monasteri e scriptoria .In ogni sede vennero creati i testi generi linguistici e calligrafici diversi, rendendo difficile la possibilità di comunicare fra i centri di cultura. Alla fine dell’ VIII sec., dopo la caduta dell’Impero Romano, arrivò il grande imperatore Carlo Magno, il quale affidò all’amico, monaco Alcuino di York, il compito di modificare e uniformare le versioni di scrittura esistenti e utilizzate nei precedenti secoli. Alcuino creò così un nuovo alfabeto chiamato Minuscola Carolingia, una grafia dai caratteri semplici, chiari e dalle forme regolari. La Minuscola Carolingia fu apprezzata ed ebbe un gran successo diventando un modello per la scrittura umanistica e le scritture moderne. Intorno al XII sec. Nei paesi nordici nacque una nuova scrittura: il Gotico. Era un periodo storico in cui si costituirono le prime Università (Bologna, Sorbona, Oxford), e si diffuse un nuovo tipo di cultura scolastica basata sulle discipline scientifiche. Cambiò anche il modo di produzione libraria, che si spostò dai monasteri ai laboratori artigianali. La scrittura gotica assunse un aspetto verticale, spigoloso, compresso, che richiamava le forme delle cattedrali gotiche. Nel Nord Europa assunse una forma più dura, rigorosa, con tratti molto verticali, chiamata Testura (perché simile ad un tessuto). In Italia invece ebbe forme più dolci e tondeggianti, più vicine alla sensibilità artistica italiana: si chiamò Rotunda. Nei testi di minor pregio e nei testi di carattere amministrativo continuò la forma corsiva della Minuscola Carolingia, che si stava modificando nella scrittura “Cancelleresca” umanistica, che sarebbe diventata la principale scrittura del Rinascimento.

 

Il Quaderno di Calligrafia Medievale

a cura di Agnieszka Kossowska

Ed. Kellermann, euro 9,00