a cura di Giuseppe Rocchi Coopmans de Yoldi, Giulio Ser-Giacomi
 
Ora le pietre ci parlano

 

E’ stato da poco pubblicato il volume monografico sulla basilica di San Domenico di Perugia, il grande monumento perugino che da sette secoli segna il profilo della citta. II libro riempie un vuoto relativamente al complesso domenicano, ancora privo di uno studio di ampio respiro. E pone inoltre un segnale importante nell’ambito cittadino, carente di studi sui suoi più importanti monumenti architettonici. Edita da Quattroemme con grande accuratezza, l’opera è curata da Giuseppe Rocchi dell’Universita di Firenze, tra i più insigni studiosi del restauro architettonico e dell’architettura storica, e da Giulio Ser-Giacomi, ormai da un quindicennio impegnato nei progetti e nei cantieri di restauro della grande fabbrica perugina. Sono di 
Rocchi (oltre al fondamentale “Istituzioni di restauro dei beni architettonici e ambientali” e a tanti altri volumi e articoli scientifici) alcune pietre miliari negli studi sull’architettura religiosa: monografie sulla basilica di San Pietro a Roma, Santa Maria del Fiore e il Campanile di Giotto a Firenze, San Marco sempre a Firenze, San Francesco in Assisi, le chiese gesuitiche (tra queste quella del Gesu a Perugia). L’architetto Ser-Giacomi è invece il “progettista” del libro, avendone perseguito l’ambizioso programma per oltre dieci anni, coordinando in esso tutti gli studi e i rilievi di storici, architetti, storici dell’arte che a vario titolo erano o sono stati interessati. II volume ha infine una presentazione di mons. Chiaretti e un’ampia introduzione storica su “I domenicani a Perugia tra storia, arte e fede” di Alberto Viganò.

San Domenico di Perugia

Il senso e il valore del libro (oltre 650 pagine) sulla basilica di San Domenico, oltre che nell’enorme massa di dati, documenti, rilievi, indagini e considerazioni raccolte, quasi tutti inediti, è nell’impostazione data alto studio: concreta e scientifica. Non si vuole scrivere “intorno al monumento”, ipotizzando storie e cronologie basate su teorie e criteri tipologici – formali. Si vuole invece “far parlare le pietre”, I materiali, gli elementi costruttivi, le misurazioni, gli spazi ancora misteriosi e mai indagati.
La vastissima mole di informazioni, se non porta a improbabili certezze nella storia travagliatissima e complessa del monumento, fornisce tutti i dati al momento disponibili per approfondire ulteriormente gli studi e rendere meno aleatorie le ipotesi.
Allo studio architettonico della basilica, corredato dalle tavole dei rilievi metrici si somma quello storico e quello delle opere d’arte. Ognuna di queste tre parti in cui il libro è strutturato è corredata da moltissime fotografie e grafici esplicativi riferiti al testo.
Inoltre, curata da Lanfranco Sportolari, una specifica ricerca fotografica con splendide immagini degli esterni, degli interni, della vetrata, dei particolari architettonici e delle opere d’arte, è inserita fuori testo: un affascinante e autonomo percorso negli spazi e nella materia viva dell’antica fabbrica. L’introduzione del padre domenicano Alberto Viganò delinea i punti centrali dell’opera e anticipa, in modo chiaro l’essenza dei temi trattati, gli argomenti trattati dagli autori.

Le sezioni del volume

La prima sezione del libro è sulla storia del complesso domenicano, svolta prima in un respiro europeo, attento alle funzioni esercitate dagli spazi architettonici; poi riferita all’ambito locale e cittadino; vi sono poi le più recenti ricerche d’archivio sulla fabbrica, l’iconografia della basilica nelle stampe e nella pittura (Gilardi, Grohman, Sartore, De Albentiis, Fatti).
La seconda sezione è quella dell’architettura: l’epopea secolare dei complessi dei frati mendicanti (in particolare domenicani e francescani), la diffusione delle chiese a sala, le particolarità degli spazi della basilica perugina, del campanile, della sacrestia, ed una nota sul palazzo dell’Inquisizione retrostante l’abside della chiesa (Matracchi, Rocchi, Palombaro, Giorgi, Menconi, Ser-Giacomi, Frate, Ardino).
La terza sezione è quella delle opere d’arte: un ampio percorso che parte dal Medioevo, attraversando il Rinascimento, il Manierismo, il Barocco fino all’Ottocento, interessando pittura, scultura, i corali, la vetrata quattrocentesca, il coro ligneo, i paliotti di scagliola, l’organo seicentesco e infine la cosidetta arte minore: le vesti di Benedetto XI e le oreficerie (Benazzi, Subbioni, Baldelli, Fratini, Buseghin, Santanicchia, Pirina, Silvestri, Falsettini, Teza, Scarpellini, Basta, Pottini, Becchetti).
Fondamentale per l’indirizzo che è stato dato al volume è la presenza dei rilievi metrici architettonici: si tratta di circa trenta tavole (alcune di grande formato) che danno informazioni numeriche importanti e consistenti.
Infine, un apparato bibliografico imponente, anch’esso importante per ulteriori approfondimenti sulla basilica perugina e sull’architettura domenicana. In conclusione, ci sembra che il libro consenta possibilità di lettura diverse e trasversali: il turista conoscenze non superficiali; lo studioso un testo importante per il suo lavoro.

Tratto da: “La Voce” di venerdì 9 febbraio 2007

“La basilica di San Domenico di Perugia”
a cura di: Giuseppe Rocchi Coopmans de Yoldi, Giulio Ser-Giacomi
Editore: Quattroemme, Perugia, 2006