“Una storia” sull’origine e l’evoluzione della città e del suo territorio attraverso il confronto e l’interpretazione dei segni storici sulle mappe.

(…) Il cercare di scoprire più di quello che già sapevo su Perugia, soprattutto i suoi perchè: perchè Perugia è sorta proprio lì, sul Colle del Sole, perchè il famoso tassello o mandorlato perugino sta solo sotto il suo suolo; perchè le porte etrusche sono state costruite qui, quando e perchè la città si è aperta per la prima volta al suo territorio ecc. , ecc., sono state la molla di tutto.
Le risposte che con questo lavoro ho trovato naturalmente sono solo mie risposte ai miei perchè, con tanti probabilmente che sottopongo a chi avrà la bontà di voler approfondire.

Questo mio lavoro, che può essere anche il tentativo di creare una storia dei “segni” della natura e dell’uomo sul colle perugino, e, forse, la naturale conseguenza della mia partecipazione alla redazione di tutti i Piani Regolatori del Comune di Perugia, dal 1963 al 1998; in particolare di quello iniziato negli anni ’80 dall’associazione dei comuni, proseguito poi dai singoli comuni e adottato nel 1998. Un piano che, pur tardivo come tutti e considerato ancora da troppi soltanto un pezzo di carta, io considero comunque il primo vero strumento pianificatorio in quanto frutto di volontà politiche moderne che hanno, tra l’altro, consentito di impostarlo, finalmente anche su valide basi conoscitive del territorio, come ricerche scientifiche a tutto campo.
Enrico Antinoro, responsabile tecnico del Piano, affidandomi la redazione esecutiva dello stesso ( che ringrazio per la fiducia ), mi ha posto nella condizione di prendere conoscenza, e poi di sviluppare tutto il ricco materiale, di base e di ricerca, che ci perveniva per la sua formazione; di tutto il territorio comunale ad esclusione della città storica in quanto, questa, ha sempre avuto una sua sezione specifica, che doveva relazionarsi anche con noi, ma di fatto quasi autonoma (vedere ma non toccare!). Questo materiale però, una volta acquisito dai ricercatori, lo dovevo solo censire per le normali valutazioni e affinchè vi fosse applicata una appropriata normativa di tutela e di rispetto: sapere il perchè e il “percome” quei segni erano lì, la loro origine, la loro funzione, ai fini del Piano, non era necessario. E quando volevo soddisfare la mia “curiosità” cercando le risposte alle mie domande tra i miei colleghi o nelle pubblicazioni specifiche che andavo accumulando, pur essendo queste molto valide, spesso non trovano le risposte che cercavo: e mi domandavo perchè. Presi allora coscienza che gli storici avevano riportato soprattutto la storia dei cittadini, poco della città murata e del territorio (con versioni talvolta diverse).

(…) Pur cercando di creare un testo che fosse il più possibile descrittivo delle illustrazioni rappresentate, ho sentito ogni tanto la necessità di “infarcirlo” di essenziali, brevi flash storici su fatti e personaggi, principali o secondari, che ho ritenuto necessari per la comprensione dei segni prodotti sul territorio  e perchè ho dovuto riscontrare che vi è sempre stata grande relazione tra l’evento storico e il segno urbanistico. Per i motivi fin qui enunciati, ho ritenuto necessario disegnare oltre trenta nuove tavole in scala reale, oltre che per avere una base certa, per l’interessante confronto con le mappe attuali, cosa che ha consentito, tra l’altro, di misurare con sufficiente precisione, le superfici e gli sviluppi planimetrici della cinta etrusca, del ‘300, del ‘500, del ‘900 e di quotarne i punti caratteristici. 

 

PERCHE’ PERUGIA  di Alberto Galmacci

II Edizione 
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