Avere sempre a portata di mano una parola su Dio che fosse breve, da poter leggere nei momenti di aridità, capace di riaccendere il fuoco dell’amore per te, che facilmente si spegne“.

Così, quasi mille anni fa, un giovane monaco presentava il libretto di preghiere che in questo volume viene pubblicato. (…) Ben presto infatti il libretto passa tra le mani di amici, intenzionati anch’ essi a trovare del tempo per raccogliersi nella quiete e meditare. In seguito, l’opera verrà sempre più conosciuta e largamente ricopiata, fino a essere stampata ripetutamente in epoca moderna senza più sapere chi ne fosse l’autore (…) Non c’ è infatti alcun dubbio che, leggendo questo libro, ci si trovi coinvolti dalla prima all’ultima riga in una contemplazione della fede cristiana nei suoi misteri, piena di ammirazione e di stupore, che si effonde in vera e intensa preghiera: Siamo trasportati quasi improvvisamente in un clima spirituale certamente vicino a quello della celebre opera agostiniana – e talora avvertiamo anche l’eco del suo modo espressivo -; ma ne siamo anche lontani: qui, prima di ogni altra percezione, ci sentiamo attratti dentro la meraviglia di chi contempla Dio nelle sue opere e spontaneamente si trova a pregarlo.

Ma chi era Giovanni di Fècamp?

Originario di Ravenna, nato attorno al 990, fu avviato alla vita monastica fin da piccolo alla scuola di quel riformatore instancabile, discepolo del grande abate Maiolo di Cluny, che fu Guglielmo di Volpiano. Il cenobio di San Benigno a Digione lo vide formarsi culturalmente e spiritualmente, fino a quando fu chiamato dallo stesso Guglielmo – passato dalla Borgogna alla Normandia per introdurvi la riforma – a fargli da priore nell’abbazia di Fècamp, piccolo porto fluviale tra le falesie sulla Manica.

 

Pregare nel Medioevo

di Giovanni di Fècamp

Ed. Jaca Book, Milano, pag. 147