Il sito archeologico di Carsulae, uno dei più importanti dell’Umbria, si trova su un altopiano a pochi chilometri da San Gemini e comprende le rovine dell’antica città fondata nel III secolo a.C. in seguito all’apertura della Via Flaminia.

Il rilievo del centro abitato aumentò in età augustea (27 a.C. – 14 d.C.) con la ristrutturazione della via onsolare e la riorganizzazione urbanistica dal caratteristico assetto esagonale.

La progressiva perdita d’importanza della strada romana, una crisi demografica, eventi sismici e le invasioni barbariche decretarono la decadenza del complesso, che venne “riscoperto” e studiato sistematicamente solo a partire dalla metà del XX secolo.

I resti degli edifici più importanti si raccolgono lungo la direttrice della strada romana, attraversata dal decumano massimo: si conservano il fornice superstite del monumentale arco di accesso (1) alla città, due sepolcri (2) e cospicui avanzi del foro (3) , largo quasi 40 metri e profondo una sessantina, con la basilica (4) a tre navate, che in epoca romana fungeva da tribunale, e i basamenti di due tempietti gemelli (5). In posizione leggermente decentrata sono visibili gli scavi dell’anfiteatro (6) , interrato in una depressione del terreno, e il teatro (7) in laterizio, di cui restano la cavea, le fondazioni della scena e i primi due gradoni dell’orchestra. Di notevole interesse anche il sistema di rifornimento idrico che conta i resti di tre pozzi-cisterne (8).  

Mappa e articolo tratto da:
TRAVELLER GOLD – Alla scoperta dei Luoghi più belli del mondo – Umbria
Edizioni Condé Nast