Centro della Valle del Tevere, situato su di un’alta rupe tufacea, quest’ultima appare circondata a Nord ed a Est da un’ansa del fiume Tevere, e a Sud dal solco del suo affluente torrente Rio Paranza.
L’abitato centro storico ha una struttura compatta a pianta ellittica, adattata alla forma del colle: le case periferiche si impiantano direttamente sul ciglio delle pareti a picco che appaiono perforate a varie altezze da antiche abitazioni scavate nella roccia tufacea.
Per la sua posizione all’incrocio delle strade che risalgono la valle del Tevere con la strada trasversale proveniente da Viterbo, che qui varca il fiume inoltrandosi nell’Umbria, Orte può essere considerato un importante nodo stradale e ferroviario. In corrispondenza dello scalo ferroviario, si è formato in epoca più recente il centro di Orte Scalo.

La storia
L’insediamento umano nella zona di Orte risale all’età paleolitica; ciò è provato da alcuni oggetti di pietra, asce e punte di freccia, conservati nel Museo Preistorico di Roma.
L’origine di Orte resta comunque una questione quanto controversa, come l’etimologia del suo nome (aggiungere ipotesi varie).
Reperti presenti nei musei Etrusco-Gregoriano e Vaticano, rinvenuti in necropoli ora scomparse ed in quella tuttora esistente di Civita deserta (oggi Villa Pinciana, sul colle San Bernardino), attestano che Orte fu etrusca.
Dal primitivo insediamento in Civita deserta, gli Etruschi trasferirono la loro dimora sul colle tufaceo ove ancora oggi la città è ubicata.
La zona etrusca, fra il monte Cimino e il Tevere, fu più volte luogo di scontri tra Etruschi e Romani.
Ma fu nelle battaglie del 310 e del 283 a.C., combattute presso il lago Vadimone (situato nella zona di San Michele), che i romani distrussero gli Etruschi.
Oggi il lago è quasi ridotto a pantano, ma nei dintorni affiorano ancora reperti vari ad ossa umane, alcune delle quali ricordano per proporzioni la corporatura dei galli Senoni alleati degli Etruschi.
Nel periodo romano Orte si svegliò a nuova vita. Creata municipio, fu lasciata libera di autogovernarsi ma senza diritto di votare le leggi. Nel periodo agusteo furono edificate molte opere pubbliche.
Fu costruito fu costruito un ponte sul Tevere a cinque archi con torri (comune) in sostituzione del preesistente ponte in legno dell’epoca di Pompeo Magno. Il ponte (di cui non rimangono che tre monchi piloni) finché fu in piedi (1524) conferì ad Orte grande importanza perché per esso passava la Via Amerina che congiungeva Roma all’Umbria. Per soddisfare le esigenze idriche si costruì un acquedotto di nove archi, il quale riuniva la massa tufacea di Orte e quella della Bastia. Furono scavati inoltre ampie grotte nel vivo della rupe per adibirle a necropoli, lungo le cui pareti, ancora oggi, si possono vedere dei colombari.
Nel II ° secolo dopo Cristo furono scelti tre siti fuori della città come sepolcreti; in uno di questi sono state rinvenute tombe con corredi funebri, ora restaurati……
Per la sua posizione strategica, orte fu occupata dai Goti, dai Bizantini e dai Longobardi .
Nell’VIII° secolo entrò a far parte del Patrimonio di San Pietro in Tuscia, staccatasi dal primitivo corpo della Tuscia Bizantina e Longobarda .
Nel 739 fu sottratta alla Chiesa di Liutprando, che restituì a Papa Zaccaria nel 742, insieme con le città di Amelia Bomarzo. Durante il periodo bizantino furono costruite le mura e le porte della città restaurate poi da Leone IV° (847 – 855).
Nel secolo XIII° sostenne Bonifacio VIII° contro i colonna, ma nel 1375 si ribellò alla chiesa. Nel secolo XV° si arrese a Ladislao, Re di Napoli, dopodiché Orte ritornò definitivamente alla Chiesa,  salvo il periodo dell’occupazione francese, durante la Rivoluzione del 1789.
La città non ebbe feudatari ma si resse a Comune con podestà, nobili e popolo.
Nel 1200 fu compilato il primo statuto rinnovato nel 1395 e confermato successivamente nei papi Nicola V°, Sisto V°, Innocenzo VIII°.
Nel corso dei secoli ai piedi del masso tufaceo sul quale è posta la città sorsero i borghi di San Giacomo, san Leonardo e Santo Stefano protetti da mura.
Essi furono abbandonati e ridotti a colture, a causa delle invasioni barbariche e delle lotte civili. Per accogliere gli abitanti entro le mura della città che occupava già tutta la superficie del masso la Comunità fu costretta a sopraelevare al massimo le case già esistenti, e a rafforzarle con i tipici archetti, posti a cavallo fra le strade.
Nel territorio ortano, in antico molto più vasto, sorsero alcuni su ruderi romani, numerosi castelli appartenenti a nobili casate, e di cui restano visibili tracce.
Nel XIII° e XIV° secolo Orte ebbe una notevole attività artistico intellettuale, tanto che poteva vantare una università. Si svilupparono le istituzioni ospedaliere e assistenziali, che oltre ad avere carattere religioso ebbero grande rilevanza economica.
Le lotte fra Guelfi e Ghibellini, che raggiunsero il massimo furore nel secolo X° contribuirono a conferire al governo un sempre più marcato carattere di democraticità . Nel corso del tempo il podestà fu coadiuvato da altri magistrati, finché al capo del consiglio venne posto uno dei suoi membri, astratto a sorte ogni quindici giorni.
La città era divisa in sette contrade che prendevano quasi tutte il nome del santo titolare della chiesa più importante esistente nella contrada stessa . Faceva eccezione l’ottava contrada , denominata Capo Castello, perché in essa era ubicata la Rocca di difesa della città .
Vi alloggiavano all’inizio del XIII° secolo, i Signori eletti dai pontefici fra i nobili che godevano della loro simpatia. Non si sa esattamente come questi Signori esercitassero il loro dominio. Ma è certo che mentre alcuni lasciavano una certa autonomia al Comune altri inferivano con spiccata tirannia contro il popolo. Fra questi ultimi primeggiava Antonio Colonna, eletto dallo Zio Martino V. Alla morte del Papa (1431) Antonio fu cacciato a furor di popolo, e la Rocca rasa al suolo, perché nessun tiranno vi potesse mai più alloggiare. Sulle sue rovine, verso la fine del XVI° secolo, fu costruito dagli Alberti un palazzo divenuto poi, di proprietà dei conti Manni. Anche se Orte conserva ancora intatta la caratteristica planimetria della città medioevale, accentrata attorno alla piazza maggiore, ove sboccano le vie principali, il fitto tessuto degli edifici più antichi fu parzialmente ricostruito, lungo i secoli XVI° XVIII°, con le nuove tipologie a palazzo, di cui ne sono esempio vari edifici, ubicati nella piazza centrale e nelle vie principali.


Ottava di S.Egidio – Orte