Bevagna, 1220 – 1301 


Entrò a 16 anni nell’Ordine a Spoleto. La solida formazione teologica ne fece un genuino ‘campione della fede’ e gli consentì di sradicare dall’Umbria la risorta eresia nicolaitica. Particolarmente ansioso della salvezza eterna, meritò di essere rassicurato dal Crocifisso che bagnandolo miracolosamente con il sangue gli disse: “Questo sangue sia per te segno di salvezza”. Morì a Bevagna, nel convento da lui stesso fondato e retto. La nascita di Giacomo Bianconi fu preceduta e accompagnata da segni miracolosi. Il più insolito fu l’apparire di tre fulgidi astri nel cielo, ognuno dei quali portava la figura di un Domenicano, i quali brillarono non solo tutta la notte, ma anche la mattina seguente, giorno della sua nascita. Al loro apparire alcuni fanciulli cominciarono a gridare: “A scuola, a scuola, perché già sono nati i maestri!”. Ed infatti, in quel tempo, nacquero tre santi e dotti Domenicani: Giacomo da Bevagna, Ambrogio Sansedoni e Tommaso d’Aquino. Giacomo, ancora giovanetto, a sedici anni, vestì l’Abito Domenicano nel convento di Spoleto.I suoi passi nella santità e nella dottrina furono da gigante.

La penitenza e l’adorazione furono le fonti genuine a cui attinse quel fuoco di carità che fece di lui uno dei più grandi apostoli e predicatori del suo tempo. Fondò il Convento di Bevagna, che governò più con gli esempi che con l’autorità. Estinse nell’Umbria la setta dei Nicolaiti, che spargeva innominabili errori e ottenne con la sua santa parola l’abiura del suo capo. Ha scritto due opere: “Specchio dell’umanità di Gesù” e “Specchio dei peccatori o ultimo giudizio universale”. Vicino a morire, si fece portare dell’acqua fresca per rallegrare con un ultimo miracolo i suoi confratelli. A una sua benedizione quell’acqua si cambiò in vino generoso e, quando tutti ebbero bevuto, dolcemente spirò. Era il 15 agosto 1301. Il suo corpo riposa nella chiesa cittadina di San Giorgio. Gesù lo aveva rassicurato della sua eterna salute con una miracolosa aspersione del suo preziosissimo sangue. Papa Clemente X il 18 maggio 1672 ha confermato il culto.
 

Autore: Franco Mariani