L’ARTIGIANATO DEL LEGNO

Tra i vari lavori artigianali, notevole importanza riveste la lavorazione del legno, anch’esso, come la ceramica, di antichissima origine e di notevole diffusione in tutta la regione. Caratterizzata, in notevole misura, come attività di servizio, la lavorazione del legno è presente capillarmente in tutto il territorio umbro; si può dire in pratica che non esista località, per quanto piccola, che non disponga almeno di un artigiano falegname. Le sue competenze, del resto, sono estremamente vaste, andando dalla produzione, magari al servizio dell’industria, di infissi e mobili che si possono definire, in un certo senso, di serie, fino alla creazione e riparazione di una serie di strumenti di lavoro e di altri settori dell’artigianato. E’ normale, quindi, che, sopratutto nelle piccole comunità rurali, il falegname sia sopratutto l’artefice, spesso in collaborazione con il fabbro o con lo stesso contadino, di parti di aratri, di impugnature per i più diversi strumenti per lavorare la terra; ma anche di telai per la tessitura, di torni per vasai, di piccoli oggetti d’uso comune che risultano impreziositi dalla fattura artigianale, pezzo per pezzo. 
Sopratutto in alcune comunità, più lontane fisicamente e culturalmente dalle grandi città, sopravvivono nella lavorazione del legno metodi produttivi giunti direttamente a noi dai secoli passati; e in questo caso il falegname è, all’interno di queste comunità, l’artefice dell’intero arredamento domestico. Centri di produzione nel campo della lavorazione del legno, sono oggi Città di Castello, Todi (intarsiatori, intagliatori, scultori, ebanisti), Assisi, Perugia e Gubbio, città quest’ultima che in questo come in altri campi ha saputo conservare e mantenere vitali, insieme alle attività artigianali, anche le più genuine tradizioni culturali. Non è certamente un caso che proprio a Gubbio esistano ancora, alla fine del XX secolo, le “Università” dei falegnami, dei calzolai e dei sartori.