Nel 1390 il Comune di Perugia concesse alla corporazione dei Mercanti, a estinzione di un debito, uno dei fondachi che si aprivano, con archi ogivali, al pianterreno del palazzo dei Priori (seconda porta a destra del portale principale sull’odierno corso Vannucci). L’ambiente rettangolare che fungeva da sala delle Udienze, coperto da due volte a crociera, fu nella prima metà del ‘400 decorato e completamente rivestito da pannelli lignei in pino e noce, intagliati a quadrilobi entro quadrati, probabilmente a opera di maestranze d’Oltralpe.

 
La Sala delle Udienze
 
All’interno della stanza, in basso gira per tre lati un sedile intagliato ed intarsiato. Nel mezzo della parte sinistra sporge da una nicchia un piccolo pulpito ligneo intagliato, con eleganti colonnette a spirale; al di sopra, le figurine intagliate a bassorilievo della Prudenza, Fortezza, Giustizia, Temperanza. Il primo tratto della parete destra ha una decorazione più ricca, probabilmente della seconda metà del ‘400; nella lunetta, in un rosone, il grifo perugino sopra una balla (stemma dell’arte); al di sotto, eleganti arcate bifore; più in basso, il sedile a due ordini dei consoli della Mercanzia. Davanti, un bancone intagliato nel 1462 da Costanzo da Mattiolo. In fondo, un forziere medievale. Nell’adiacente Archivio sono conservate tre “Matricole dei Mercanti”, datate 1323, 1356 e 1599, la seconda con miniature di Matteo di ser Cambio. L’ambiente attiguo ha la volta affrescata da Domenico Bruschi (1898-99).
 

L’Arte della Mercanzia 

L’Arte della Mercanzia, di antica origine, godeva già nel 1279 di una condizione privilegiata e nel 1342 era la maggiore delle corporazioni cittadine: dei dieci priori che reggevano la città due appartenevano difatti alla Mercanzia, mentre le altre corporazioni potevano eleggerne a turno uno soltanto.
Il Collegio della Mercanzia era presieduto da quattro consoli e da ben 44 rettori, numero indicativo dell’importanza di questa corporazione cui erano aggregate anche quelle dei Panni di lino e dei Merciari. I pubblici banditori nel diramare le convocazioni per le adunanze dei consigli comunali erano tenuti a rivolgersi prioritariamente alla Mercanzia. Anche nelle solenni processioni dietro il Podestà, il capitano del popolo e i priori seguivano subito i rappresentanti di quest’arte e, dietro ad essi, quelli del Cambio, dell’arte dei Calzolai e man mano tutti gli altri.
Fra i suoi vari uffici, la Mercanzia giudicava delle liti tra mercanti, sorvegliava pesi e misure e controllava perfino l’amministrazione del Comune, esercitando anche una funzione di tutela delle pubbliche libertà. 
Il Collegio della Mercanzia non ebbe una sede fissa fino al 1390, quando il comune, in cambio dell’estinzione di un debito di 1400 fiorini, concesse i locali che ne costituiscono ancora la sede.