Il passaporto per l’aldilà

L’importanza attribuita alle reliquie dei santi rappresenta uno dei tratti fondamentali della civiltà medioevale, non
solo sul piano religioso e artistico, come si può ancora constatare in numerose chiese e sagrestie che conservano splendidi reliquiari di quest’epoca, ma anche nel campo economico, sociale e e giudiziario.

E’ sulle reliquie che si prestavano i giuramenti più solenni, le stesse venivano portate in processione per le città all’avvicinarsi del nemico o per far cessare un’epidemia. Inoltre fungevano da catalizzatore di interesse per stimolare la raccolta di offerte per la costruzione delle cattedrali.

La reliquia essendo “parte” del corpo del santo martire, il loro corpo era divenuto tempio dello Spirito Santo perciò suprema  testimonianza della propria fede.

 

Busto reliquiario di Santo Stefano, in rame dorato,
opera di oreficieria senese (inizio sec. xv) Siena,
S. Maria della scala

 

 


Come amuleti

Anche un altro fenomeno si affiancò al precedente: nel momento in cui il cristianesimo fu adottato dalle popolazioni germaniche queste privilegiarono, in seno al cristianesimo, le manifestazioni più percettibili del loro nuovo Dio e dei suoi amici, i santi, e grande fu dunque anche l’entusiasmo per le reliquie, considerate alla stregua degli amuleti o dei talismani. Questo atteggiamento sconfinò in un commercio macabro e frammentazione dei corpi santi, finchè verso il 1100, il monaco francese Guiberto di Nogent scrisse un trattato dal titolo “Sulle reliquie dei Santi”, in cui denunciava gli abusi e i mutamenti in negativo della devozione verso di esse.

Il commercio delle reliquie

Ma fu certamente Costantinopoli a offrire il mercato più fornito per il commercio delle reliquie, vere o false che fossero. Gli stessi imperatori bizantini e, in seguito, i sovrani dell’effimero Impero Latino d’Oriente (1204-1261), instaurato a seguito della quarta crociata contribuirono alla diffusione in Europa d’innumerevoli frammenti del legno della Croce, di Spine della Santa Corona, di Sacri Chiodi e di corpi dei Santi Innocenti. Nel 1204, la presa di Costantipoli da parte dei crociati diede infatti luogo a un feroce saccheggio che non risparmiò i tesori della città sacra: gran parte delle chiese furono spogliate dalle numerose e preziose reliquie che custodivano, e il bottino fu poi portato o venduto in Occidente.