La chiesa di San Matteo degli Armeni fu edificata a partire dagli anni ’70 del XIII secolo da monaci Armeni dell’ordine dei Basiliani giunti dall’Oriente fino a Perugia, probabilmente per sfuggire alle persecuzioni dei Saraceni. La chiesa, che nel 1310 ottenne l’indulgenza da Clemente V, fu grazie all’attiguo monastero un importante luogo di cultura con uno scriptorium che ha prodotto codici miniati di immenso valore oggi conservati a Roma e a Gerusalemme. Nel 1523 i monaci non ci sono più e si stabilisce che il convento diventi un lazzaretto, uno dei luoghi scelti per seppellire gli appestati.

La chiesa, aperta solo in particolari ricorrenze, conserva preziosi affreschi recentemente restaurati che testimoniano un circuito di pellegrini armeni che facendo scalo ad Ancona, si fermavano a Perugia per raggiungere Roma.

La struttura dell’insediamento religioso si rifà a modelli tipici degli insediamenti francescani e non presenta attinenze con l’architettura armena. Un lungo accurato intervento di restauro ha permesso di poter ammirare nuovamente la struttura e gli affreschi: tra questi, San Francesco d’Assisi, San Matteo Apostolo e San Basilio, dipinti da un anonimo artista umbro durante la seconda metà del XIII secolo; la presenza

affiancata di San Francesco e san Matteo, presente anche in uno sportello del trittico Marzolini, potrebbe interpretarsi come testimonianza sempre più stretta tra armenia e francescani.

San Matteo degli Armeni é situata in una delle zone piu’ pittoresche del capoluogo, a poche decine di metri dalle mura medioevali di porta Sant’Angelo, tra due dei piu’ importanti luoghi-simbolo della storia religiosa di Perugia, la chiesa del Tempio di San Michele Arcangelo ed il convento francescano di Monteripido.

Inquadramento Geografico. Il Complesso monumentale di San Matteo degli Armeni è localizzato nella zona nord-ovest di Perugia, appena al di fuori delle mura trecentesche in un’area rimasta ancora in parte a conduzione agricola (in particolare olivi) in corrispondenza dello scosceso versante a nord della Via Monteripido, caratterizzata dalla presenza dell’imponente Complesso Francescano. Tale Convento comprendeva anche la tappa intermedia di San Matteo degli Armeni. La chiesa fu concessa alla comunità armena nel 1272. Venne adibita a Lazzaretto nel 1315. Nel 1523 diventa luogo di sepoltura degli appestati e da qui si deduce che la presenza armena fosse ormai conclusa. Nel 1541 il complesso diventa bene della Cattedrale di San Lorenzo. La chiesa verrà riadibita a sede di culto – per la comunità ortodossa – solo dopo il restauro successivo al terremoto del 1997.

L’analisi storica è stata supportata anche dall’analisi delle mappe catastali, nonchè da un esame dell’edificio. Il Catasto Chiesa del 1730 circa e quello Gregoriano del 1835/36 sono ambedue rappresentazioni della situazione del complesso nel periodo in cui era di proprietà della famiglia Oddi. L’ex canonica, è stata identificata con certezza quale uccelliera a seguito dei lavori di restauro che hanno messo in luce una tipologia edilizia contraddistinta da ampie aperture ai lati ornate da affreschi raffiguranti paesaggi. Di certo il sec. XVII ha coinciso con l’ultimo periodo di grande prestigio del complesso che trova la sua massima rappresentazione nella realizzazione, all’interno del parco, delle fontane barocche di cui oggi rimangono 8 nicchie ed una vasca centrale, probabilmente adibita a peschiera.