Si raggiunge il complesso francescano per le vie Fratini e, a sinistra, Nobili. La chiesa, eretta nel 1265, nel 1437 fu portata a tre navate ed ebbe aggiunta la cappella di S.Bernardino (transetto destro, distrutti dai bombardamenti dell’ultima guerra); fu rimaneggiata nel ‘600 e rinnovata dopo il terremoto del 1703. Ulteriori ampi restauri furono operati nel XIX e nel XX secolo, l’ultimo dopo le distruzioni belliche. La parte mediana della facciata ha un portale gotico sormontato da grande oculo; le pareti laterali, aggiunte nel ‘400, hanno portali dell’epoca e finestre gotiche; l’elegante campanile con bifore e quadrifore gotiche e coronamento di archetti intrecciati è opera di angelo da Orvieto (1345).

Interno
A tre navate, conserva in quella mediana l’ossatura primitiva con volte a crociera costolonate e rette da fasci polistili. Di notevole importanza è la decorazione pittorica. Nello strombo dell’ingresso laterale sin., rara immagine del beato Simone Camporeali (inizi sec. XIV), tra i primi fondatori della comunità francescana di Terni (all’epoca, quella parete faceva parte del chiostro). In controfacciata, in prossimità dell’accesso sin., Cristo sovrasta l’immagine di papa Urbano V che mostra nella mano sinistra una tavoletta con le effigi dei Ss. Pietro e Paolo ( analoga iconografia si ritrova nella chiesa di S. Pietro): l’affresco mostra caratteri stilistici propri del Maestro del Trittico di Terni (ultimi decenni del XIVsecolo). Resti dell’originaria decorazione parietale sono anche sul fascio di colonnine del pilastro sinistro della seconda campata: si tratta di piccoli riquadri di carattere votivo con i Santi Quintino, Leonardo e una santa martire ( primo ventennio del XV secolo). Nel terzo pilastro sinistro, pulpito quattrocentesco ornato da una figura femminile mostruosa di carattere allegorico.
Alla parete della navata destra, nella 2ª campata, interessanti frammenti architettonici; all’altezza del 3° pilastro è un masso dal quale S. Francesco avrebbe parlato ai Ternani. In fondo alla navata destra si apre la cappella paradisi, eretta da Paolo e Angelo, nipoti di Giovanni Paradisi, che furono capitani del popolo a Firenze nel 1333-35. Le pareti furono affrescate, con scene di inspirazione dantesca (il Giudizio Universale), da Bartolomeo di Tommaso nel secondo quarto del ‘400; al di sotto resti di un più antico strato di affreschi. Nell’archivolto, sei profeti; alla parete destra, l’Inferno diviso in bolge; alla sinistra, il purgatorio in sette giri, e al di sopra la Liberazione delle anime e Gesù al limbo; in quella di fondo, il Paradiso e la gloria di Dio.
La cappella del braccio sinistro del transetto, ex oratorio della Confraternita della Croce Santa e ora sagrestia, conserva un affresco di Sebastiano Florio (1575) raffigurante l’Invenzione della Vera Croce, inserito in un monumentale altare in stucco. Allo stesso Florio si devono gli stucchi di questo altare e di quello posto sulla parete di fondo, sul quale è collocata una pala (Adorazione dei Pastori) di Cesare Permei, molto danneggiata.
Tra gli arredi, prezioso reliquiario (fine sec.XV – inizi XVI) realizzato per contenere una porzione della Santa Croce donata da Sisto V ad Alberico Camporeale, e pregevole cofanetto eburneo (XV sec.) riferibile alla scuola di Baldassarre degli Embriachi. Nel cortile adiacente alla chiesa sono visibili resti dell’antico convento e un elegante portale rinascimentale.